Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
la sua fertilità cost<mtemente rimessa in di')cussione. Dunque, qui ancora e sen:.,,a più tar• dai e: sistemazione delle frane, rimbo– schimenti. briglie, dighe, bacini di e– spans,ionc, nuove a?·ginaturc, rettifiche di corsi; <(da iniL.iarsi nel bacino mon• tano e seguire senza soluzi~1J di conU• nultà lungo tutto il corso ciel lorrente o ciel fiume» (Migliorini). ,.E' tempo infatti di riconoscere che gli interventi di (\ifesa idraulica e di difesa del •molo sono risultati in que• ..,1:1 e in altre occasio:1i inadeguati non tanro per l'insufficienza dei mezzi fi. nanziari a <lisposizione e per il modo ..,,anco e discontinuo con cui sono sta– ti spc,;i, quanto per il fatto che inter• venti r: finanziamenti Si inscrivano in un qundro legislativo ed esecutivo o vecchio di decenni e quindi inadatto cm11aialla realtà o mes50 insieme fret– tolosamente in funzione di altri eventi disastros,i simili a quelli di oggi. Negli anni della ricostmzione non c'è '-lato il tempo e in quelli del •miraco– lo» non c'è stata la volontà di ripensa• re organicamente questi problemi» - :-cri\'e ancora il professor Rossi-Doria nella ~ucldctla Relazione. I.a co~tituzione recente di una enne• sima «Commissione di studio e cli pro– grammazione», per rivedere l'insieme della politica italiana di difesa elci suo– lo, darà, malgrado le solite buone vo– lontà, un progetto teorico, burocrati· co, di più? Facendo tac-ere il nostro <,ccttici,;mo, ci auguriamo di no. •Se FirenLc (e quando diciamo Fi• rcnze pL"n!)iamo anche Venezia e, in modi diversi, a tante parti d'ltalia) p0t trà evitare una degradazione, inevita– bile per la perdita di beni incstimabi• li di cultu1·a, di mercato e produzione 408 clclla cultura, cli 1urismo e di artigia– nato, auraverso non solo una ripresa economica, ma un assetto urbanistico di alta qualità di tutto il territorio, so– lo così potremo dire che la cronaca si è fotta storia, per Firenze e per il pae• se. Nessuna forza umana può ridarci quello che abbiamo perduto, cd è mol• to, ma di quello che nbbiamo - ed è tanto - possiamo farne un uso diverso e migliore. Ma per questo non ba~tano i mezzi, occorre una struttura statale diversa e soprattullo appoggiata a una forte volontà politica. Allrimenti l'allu– vione a Firenze, nonostante ogni buona volontà e spesa, resterà una tappa della decadenza della città Il mondo intero ha seguilo con ansi.i e partecipazione i rischi che abbiamo corso, ha rim· pianto con noi le perdile subite, ma giudicherà indubbiamente il nostro paese in gran pnrte per come avremo rh.olto problemi che esistevano anche prima, per quanto più nascosti. Oggi sono venuti alla luce del sole, li cono– scono tuui, ne hanno parlato tutti, ci giudicheranno, ci giudicheremo, per quello che avremo saputo fare. Paesi non più ricchi di noi hanno mandato aiuti ingenti, ma non hanno nascosto di giudicare con stupore e disprezzo la nostra organizzazione, anzi disorga• ni1.zazione statale. Dalla Croce Rossa danese, agli s\edesi, agli americani, a· gli inglesi, ai francesi. Firenze e Vene• zia costituiscono, fra l'altro, un patri• monio immenso per l'Italia, proprio pcrchè non appartengono solo ad es· sa. Vogliamo lasciare che deperi~ scano, vadano in malora o siano svendute, a pezzi, a quegli interessi che non vedono più in là di un gior– no?» - si domanda E. Enriques Agno-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy