Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967

fronte è, pertanto, quello del control– lo e dell'utilizzazione di questi terreni non più coltivati, per lo più frazionati in modo tale da non consentire ai sin– goli una Clivcrsa utilizzazione alla qua– le, all'inverso, essi si presterebbero. .Risultando quasi sempre migliori di quelli tradizionalmente a pascolo e bo– sco, i terreni ribbandonali, riuniti agli altri in unità di conveniente dimensio– ne potrebbero conse.ntire, infatti, un raziomilc sviluppo delle utilizzazioni siIvo-pastorali. Sebbene meno lo si conosca e se ne parli un secondo analogo problema di abbandono e di rio1·dinamento si pone per una gran parte degli stessi terreni tradilionalmentc a pascolo e a bosco. Con il prog1·essivo tramonto dell'alpeg– gio e della 1ransumanza e con la pro– gressiva diminuzione delle piccole im– prese ;Jastorali, tanto comuni un tem– po in montagna, una gran parte dei pascoli, sia privali che comunali, sono ormai abbandonati e inutilizzati, non assicurano più ,:dcun reddito ai loro possessori, che non h,mno, pertanto, piìt in1cressc al loi-o miglioramento e alla stessa loro conservazione. Per quan– to riguarda i boschi, d'altra parte, men– tr(' non sono rilevanti i nuovi problemi m::lle regioni alpine, 0vc prevalgono bo– schi d'alto fusto e produzioni di legna– me da opera, grave è la situazione nelle regioni appenniniche, ove prevalgono boschi cedui e misti, destinati fino a ieri alla produzione di carbone e di le– gna da ardere. In queste regioni infatti i boschi presentano problemi analoghi a quelli dei pascoli· le tradizionali u– tilizzazioni hanno perduto quasi ogni valore - e più ancora ne perderanno - con la diffusione di nuovi combu– stibili e col diradamento delle popola- 406 zioni montane, cosicch6 i loro posses– sori non hanno più un diretto interesse al loro miglioramento e alla loro stes– s.;1conservazione» (dallr1 Relazione del professor M. Rossi-Doria al «Convegno Nazionale della politica di difesa idro– geologica in l talia» tenutosi a Roma il 17 dicembre 1966). Rinascita della f-orcsta dunque, ma innanzitutto la coscienza che si tralla di un problema sociale prima che fi. nanziario. Dato il rilievo tormentato della pe– nisola, un allro mezzo complementare per evitare nitre c.:1t~strori, può essere quello della creazione di bacini che, oltre a neutralizzare le piene, possono fornire energia elettrica, e favorire sia l'irrigazione che la distribuzioni.! di ac– qua potabile per i centri abitati. Ma parlando di elettricità, cioè del• l'ENEL, va segnalato subito il pericolo che si fa corre,·e 2gli stessi centri abi– tati (si parla di Roma, si è parlato di Firenze per quan1o riguarda le dighe di Levane e della Penna) tenendo riem– piti fino agli orli le varie dighe per sfruttare al massimo le acque: «Se i nubifr::tgi si abbattono in queste zone e trovano i! letto del fiume già pieno, dc1ermineranno una crescita del livello delle acque molto maggiore di quella che- avverrebbe se i! letto fosse vuoto e libero». Scendendo al dettaglio, è chiara la neci::ssità - pur senza accettart' la pro– pos.ta che faceva, nel 1767, il Targioni• 1ozzetti di deviare completamente l'Arno per Bagno a Ripoli - di dare un corso regolare all'Arno, specialmen– te a monte di Firenze, e che con l'Ar• no vanno regc.brizzatc l'Era, la Chia– na e la Sieve, perch~ il pericolo princi– pale proviene dalla piena di que~ti im-

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