Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967

fondamento di Venezia; costruiamo co– stose arginature fluviali, dimenticando la bonifica idrogeologica dell'intero ba– cino imbrifero; riduciamo a colture ter– reni che vanno invece rimboschiti per combattere l'erosione; rendiamo fertili terre che dovrebbero invece essere ab· bandona1e, e via di questo passo. E Poi cc la prendiamo con «la cicca e brutale for1.a della natura"'. Pochi esempi sono sufficienti a illu– strare la nostra lungimiran1.a, la no– stra coscienza naturalistica. Quasi 4.000 chilometri di coste sono stati trasfor– mati in sudice periferie semiurbane, di– struggendo enormi valori naLurali e compromettendo le possibilità del tu– rismo moderno (in Jnghiherra si stan· no acquistando circa 1.500chilometri di coste, da mantenere infatti per il tu– rismo dell'anno duemila). Siamo l'ulti· mo paese del mondo in quanto a fore– ste demaniali, che da noi coprono il 5 per cento della superficie forestale nazionale (in Francia sono il 15 per cento, negli Stai i Uniti il 22, nella Ger– mania Federale il 30), e nella stessa opera di rimboschimento (abbiamo rim boschito 400.000ettari, mentre la Fran– cia è arrivata a un milione): la superfi– cie complessiva a bosco in I ialia, circa 6 milioni di ettari, è rimasta la stessa da cento anni ad oggi (e in più si è degradata gravemente per il 60 per cen– to), mentre la Popolazione é raddoppia– ta, e quindi è immensamente cresciu– to il fabbisogno di boschi a scopo pro– tctt ivo, igienico, ricreativo. Siamo gli ultimi per quanto riguarda i parchi nazionali, orgoglio di tutti i paesi civili. Solo lo 0,58 per cento del nostro territorio è destinato a parco nazionale, contro 1'1,14 per cento del– l'Olanda, 1'1.48della Jugoslavia, il 2,96 404 della Cecoslovacchia, il 3,8 dell'Inghil– terra, il 6 della Svizzera. Non solo, ma abbiamo assistito al massacro del Par– co Nazionale d'Abruzzo, venduto a lotti in una delle più colossali operazioni di sottogoverno urbanistico degli ultimi anni: tanto da tirarci addosso la ripro– vazione solenne dell'Unione Internazio– nale per la Conservazione della Natura. Negli Stati Uniti si spendono 50 mi– liardi l'anno per i parchi nazionali, nel– l'Unione Sovietica è stato predisposto un piano per destinare a parco nazio– nale S00.000 ettari oltre al milione e mezzo c~istcnte La distruzione del manto vegetale, del verde, può essere considerata la no– ta caratteristica della storia italiana di questi ultimi ch."Ccnni.Abbiamo di· struuo e stiamo distniggenclo, sot– traendole al patrimonio pubblico, le pi– nete costiere, da Migliarino a Punta Ala, da Fregene a Capocotta, da Ravcn• na al Circeo, Abbiamo sistematicamente distrutto il verde urbano, così che le nostre cit– tà sono le più povere di spazi naturali del mondo, con 2-3 metri quadrali per abitante contro le medie dicci, trenta, quaranta volte superiori delle città di ogni altro paese civile: medie raggiun– te grazie alla creazione continua di nuovo magnifico verde, libero e attrez– nto, al servizio dei cittadini, in base alle norme elementari dell'urbanistica moderna che solo noi continuiamo ad ignorare. E si potrebbe continuare, con i nostri primati alla rovescia. C'è n'è uno che non va dimenticato: ed è che il 50.55 per cenlo di bambini e ragazzi italiani è affetto eia paramorfismi cioè defor– mazioni fisiche, proprio per le condi– zioni inumane in cui sono stati condan-

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