Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
Ebbene, cosa ha fatto di concreto dal 1872 in poi per prevenire le allu– vioni l'Ufficio Idrografico Padano? E' ~tata realizzata la deviazione delle pie– ne• nel lago di Garda, meclianle la crea– zione della galleria eia Mori a Torbolc, progettala dopo l'alluvione del 1882? Quali sono state le realizzazioni della «grande• Commis~ione di studio sorta dopo l'alluvione del 1951? E dell'altra, pomposamente bat1c1.zata «Commissio– ne di Studio e Ricerche,., creata nel 1957? Cosa ha fotto dal 1956 in poi il ocMagistrato del Po» per la sistemazione idraulica? Come è stata applicata la «Legge dei fiumi», approvata dal parla– mento nel 1962 in seguito alla riunione a Parma di una commissione, interna– zionale questa, di specialisti? E come sono stati spesi i 127 miliardi ch'essa srnnziava fino al 1966? Di più o meno ~icuro si sa che il «Piano orientativo• trentennale, previ– sto nel 1952 «per una sistematica rego– lazione dei corsi d'acqua•, è stato ese– guito (indipendentemente dal fatto che i rondi siano stati spesso spesi male) per il 31,5% in Piemonte e Lombardi::\ (Po), per il 3401) in Toscana, per il 33o 0 in Calabria e solo nelle Tre Ve– nc,ie per il 50%, Va aggiunto però che rispetto al complesso dei lavori vera– mente necessari cd ignorati dal Piano suddelto (e a parte, beninteso, quelli nuovi risultati dai periodici danni ar– recati dalle alluvioni), le percentuali delle regioni citale scendono, rispetti– vamente, al 28, 15, 32,5 e 28%. Così gli anni passano, rra un disa– stro e l'altro, ed il lc110 dei fiumi e dei torrenti continua a salire, grazie ai de– trili scesi a valle, senza che nessuno se ne p1·eoccupi Anche a Venezia la diagnosi è arei- 402 nota, le medicine ordinate, ma nessu– no si muove veramente sebbene l'am– malato sia grave, o ci si muove, ciò che è ancor pili criminale, per geuare la polvere negli occhi: come è accaduto in novembre quando Saragat e Moro, venuti a visitare la zona di Pellcstri– na, trovarono sui «murazzi• - questi ~tessi «murazzi,. che dal 1934 in Poi non sono stali piì.1 rinforzati, e ci si stupisce che si sbriciolino - ducc(·nto operai intenti a colmare le brcccie, «sassanti,. improvvisati che il giorno dopo vennero rimandali a casa. Continuerà così l'andazzo ed i vene– ziani continueranno a vivere nel timo– di una marca che può cader loro ad– dosso da un momento all'altro, menlrc in Olanda i C"ittadini vengono avvertiti con 36 ore di anticipo. A Firenze (dove l'allarme non si dà affatto), le dighe di Levano e Penne hanno forse accelerata l'inondazione, .!ggiungendo alla massa d'acqua piova– na quella dei bacini di accumulazione sc.nicati, ma «la responsabilità del di– '-astro ricade sulle generazioni, alme– no tre, <lifiorentini che non hanno mai fatto nulla perché il livello dell'Arno \Cnisse regolato» (Giulio Lenzi-Orlandi, ingegnere capo del Comune), così come nessun italiano si è mai opposto alla -::o~truzionc, prima degli argini e della pulitura dei letti elci fiumi, di un cam– po sportivo. Come ~piegare del resto che i cosi– detti rappresentanti ciel popolo a Ro– ma, abbiano permesso che appunto la diga di Levane, per la quale si erano già spesi ben dicci miliardi, non fosse completamente terminata perchè man– cnvano 500 milioni? Non è uno scandalo il solo pensare che il Ministero dei La– vori Pubblici (il quale rivalizza già ir-
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