Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
compreso di protezione, dopo Je dighe cli Olanda» - il Po inonderebbe libe• ramente le campagne. «E' solo con gli inizi del secolo XIX che si ha un aumento costante del li– vello delle piene, causato sia dal dibo– scamento delle montagne, sia dalla sop pressione di tutte le breccie del letto del fiume, per cui numerose città ri– vierasche del Po hanno dovuto circon– darsi di argini supplementari» - scri– ve ancora il Reclus. Infatti, dal 1801 al 1872 le piene sono salite a Ponte Lago– scuro da 6,81 metri a 7,94 ed oggi gli argini, continui da Cremona in poi, del– l'insieme fluviale della bassa valle pa– dana rappresentano un migliaio di chi– lometri e dovrebbero proteggere dalle ,1cquc 1.200.000 ettari di una terra fra le piì.1 popolate, i cui canali di irriga– zione risalgo110 al medioevo. Paradossalmente, il letto del Po si restringe progressiv:1mente scendendo ria monte a valle e passa dai 6 ad l chilometro; i bracci del delta poi (Po di Levante, di Maestra, della Pila, delle Tolle, di Coro, di Gnocca o della Don– zt'lla e di Volano) non hanno che 300- 500 metri <li larghezza, questo per un fiume che si eleva talvolta fino a IO metri al disopra del livello più basso delle .:tcque. Una fenditura che può pro– dursi rapidamente ~otto la enorme pr('ssione delle acque, rappresenta in questo caso la catastrofe: basti pensa– re (trnlasciando le 120 rntte dal 1500 in poi) alle inondazioni del 1872 (30.000 ha), dell'ottobre 1882 (70.000 ha), del 1926e del novembre 1951 (la più grave con 1000.000 ha invasi). Le stesse rottu– re degli argini sono inolt,·e alla base di importanti cambiamenti del cdrso dei bracci d:;:I Po, cambiamenti sopravvenu· 1 i al 13.mo secolo. Lo spazio compreso fra la diga prin• 398 cipale (il «froldo») e la fine delle terre tenute in riserva in caso di inondazione é coltivato sotto il nome di «golena», ed é talvolta fino a dieci volte più largo del letto ordinario del fiume poichè i loro proprietari - nl tempo di Reclus almeno - non tengono sufficientemen– te conto della legge che li obbliga a co– struire gli argini a protezione delle pie– ne ordinarie a non più di un metro e mezzo dalla detta diga principale (le piene si alleggeriscono prima riempien– do questi spazi, ma restringendo troppo il letto del fiume, si aumentano i peri· coli di inondazione generale). L'agrono– mo inglese A. Young (1741-1820) rac– conta del 1esto come certi contadini andavano ad aprire - nonostante l'esi• stcnza dei sindacati padani - delle breccie nelle dighe della riva opposta per salvare i loro raccolti con la rer vina del vicino. Per questo, in tempo di piena, la navigazione padana è auter rizzata di notte solamente dietro auter rizzaz1one e le guardie fluviali possono sparare sui clandestini. Il Polesine, cioé la pianura compresa tra l'Adige ed il Po, ha un'altitudine inferiore ai cinque metri ed una pen• <lenza trascurabile Ciò significa che, non solo abbonda di acque che debbo– no essere sollevate a mezzo di idrovo– re, ma che, malgrado i rialzi dovuti al· le alluvioni, è in buona parte ad un livello inferiore a quello medio delle acque del Po, che diventa per un lungo trallo un fiume pensile ser stenuto da :1ltissimi argini. Ed il discor– so vale anche per le campagne ferrare– si: lo stesso cortile del castello di Fer– rara si trova di 2,75 metri più in basso delle piene massime padane E come se il Po non bastasse, le an– tiche valli (lagune) di Ambrogio, Mez– zogoro e Isola di Ariano oggi prosciuga-
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