Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967
Migliorini. Chi non conosce la desolante impressione che scaturisc:e dalla vista dell'immensità pietrosa dei letti, quasi sempre asciulli l'estate, dei fiumi ve– neti, dall'Adige all'Isonzo? Quanto alla Toscana, i rilievi del– l'Haug e di Stcinnann hanno dimostra– to che, nella sua parte settentrionale, i calcari fanno la loro apparizione alla base di una imponante serie di schisti argillosi, di marne e di flaniti; al diso– pra vengono le arcncric schistose che prendono il nome di macigni. A sua volta questa formazione sopporta una massa estremamente spessa di argille scagliose e hanchi di calcari compatti che copre cst~se superfici dell'Appen• nino settentrionale e centrale La situazione Secondo Lorenzo Pareto, l'aumento medio' delle spiagge dell'Adriatico è di oltre 200 metri per secolo e molto di più nella vicinanza dei fiumi: il Po ha sempre convogliato, con regolare au– mento in base al progredire del dibO:– scamento, al mare enormi masse di materiali che ammontano oggi a 40 mi– lioni di metri cubi all'anno; ciò signifi– ca la prolungazione nell'Adriatico del delta di circa 70 metri ogni anno, pari ad oltre 60 ettari (l'aumento, a causa dell'azione incostante delle correnti ma– rine, non è regolare e sembra piuttosto tendere a diminuire, rispetto almeno a due secoli fà). Tra le dune dell'antica <;piaggìa (con tre dei sette delta) e la spiaggia detta attuale, sebbene la sua formazione abbia avuto inizio nel me– dio evo, ci sono 25 chilqlìletri, poichè quella antica andava da Chioggia a Co– digoro per Cavanella d'Adige, Donada e Monticelli con una punta fino a Me– sola. TI Po può vantare, in proporzione del suo bacino, la più grande attività rispetto a tutti i fiumi che sboccano nel Mediterraneo. Ma mentre da una parte l'Adriatico si ritira a causa appunto delle allu– vioni portate dai fiumi, le coste venete subiscono 1.m abbassamento di circa 15 centimetri per secolo e ciò provoca il ritorno del mare. Così, mentre na– scevano, specialmente allo sbocco del Po e fino a Ravenna, delle dune - dette lidi - la serie di isole, popalatissime al– t'eroc;1 romana, che costeggiavano il litorale di Aquileja fino al medio evo, sono a poco a poco scomparse. Del resto, anche i terreni del della radano, geologicamc.:nte più giovani, hanno la tendenza ad abbassarsi, forse anche a causa delle estrazioni metani– fere. Già nel 1875 il Lanciani parlava di 1.m m,1ssimo di 78 centimetri in certe località nello spazio di 30 anni; dal 1884 al 1950 l'abbassamento è stato di 30 centimetri nella zona di Adria e dal 1950 al 1956 di ben 60 centimetri nell'J. sola di Ariano. Il più imponante dei fiumi adriatici è beninteso il Po che arriva al mare da quando, dopo l'epoca pliocenica, un movimento del suolo ha permesso a quello che era il golfo del Piemonte di sollevarsi ad un livello superiru.-e a quello dell'Adriatico, assicurando così uno scolo naturale alle acque padane. Per proteggere le città padane dalle alluvioni, gli antichi (che avevano già pensato agli argini, probabilmente di origine etrusca e ricostruiti alla meglio dopo le invasioni barbariche) le co– struivano sulle alture, talvolta artificia– li, calcolate ad un livello superiore alle più alte piene; dall'Adda in poi infatti, senza gli argini - che il Reclus defini– sce alquanto ottimisticamente «il si– stema europeo più completo e meglio 397
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