Volontà - anno XX - n.6 - giugno 1967

«Madre Giovana degli Angeli», altro at• tacco alle radici della chiesa (nel ca– so specifico, alla condizione antiumana della castità coatta) con questo «li fa– raone» ci ha offerto un'opera dignito– sa, ma troppo schematica, troppo po• vera di chiaroscuri I suoi protagonisti non sono infatti che freddi simboli (u– nica eccezione, forse, il sacerdote del dio del male, ma egli è immerso in una luce così esasperatamente romanzesca da esserne ridicolizzato) dai gesti e dalle parole tutti previsti ... dai cano– ni marxisti. Manca loro, in definitiva, quel minimo di ambiguità necessaria a renderli poetici o, almeno, umani e quindi convincenti. Delle ricostruzioni ambientali, che pure hanno il merito di esser lontane dai puerili canoni hollywoodiani, non si può che mettere in rilievo la man• cam.a di fantasia vivificatrice che le ha ispirate. Esse sono scialbe, asettiche paiono suggerite da un cervello elet– !ronico. Per concludere, una nota di ... costume. Alcuni lettori probabilmente avran• no letto quell'appendice ai manifesti pubblicitari del film dove si promette la visione di un Egitto senza veli. Rassi– curiamo coloro che sono interessati aL la cosa: non si tralta di un imbroglio. T veli ai quali si appella la distribuzio– ne ilaliana - sempre pronta a far leva sul senso artistico dello spettatore - sono effettivamente stati tolti. .. dai se. ni di una sacerdotessa assira che in tutte le sue apparizioni rabidisce la sua fedeltà all'etica nudista. DON GIOVANNI I SICILIA « li cappotto», « La spiaggia», « La mandragola», ecc. non sono certamen– te opere da annoverarsi ira i capolavo- 374 ri della cinematografia, ma sono co• munque films pregevoli e che non han. no 1radito lo spirito delle opere let– terarie dalle quali dirivano. Con quest'ultimo « Don Giovanni in Sicilia», tratto dall'omonio romanzo di Vitaliano Brancali, Lattuada si è mantenuto fedele alla sua onestrn tradi– zione. I buoni risultati degli incontri cine– ma-letteratura promossi da questo regi– sta sono ovviamente determinati dalla scelta di 1es1i letterari facilmente tra– ducibili in immagini cinematografiche. Nel caso in questione il romanzo di Brancali è già un caleidoscopio di figu– re e di ambienti pronti così come sono ad essere trasposti sullo schermo e Lattuada non ha avuto che l'imbarazzo della scelta del materiale da utilizzare. Il film si diffcrcnzi,1 dal romanzo so– lo per la clivcr-sa epoca di ambientazio– ne (sullo schermo la vicenda .si svolge ai tempi nostri anzichè tra le <iuc gucr- 1·c mondiali) e perchè il ritmo narrati• vo dell'opera di Lattuada è 11iù scrrn· to, riferimento forse alla no~tra epoca di accçntuato dinamismo. « Don Giovanni in Sicilio » è la sto– ria di un siciliano pigro, sensuale e so– gnatore che, attraverso il matrimonio con una cittadina educata in Svizzera, viene a contallo col « modus vivendi » settentrionale. Questo contatto, che per Giovanni Percolla si dimostrerà un pò brusco già ai primi approcci con la ragazza, col trasferimento della coppia a Mila· no, dopo il matrimonio, poncrà il gio• vane addirittura in una dimensione sconosciuta in cui riuscirà ad inserirsi con successo dal punto di vista dei rap– porti di lavoro (il complesso di infe· riorità di cui soffre nei confronti dei « continentali » lo spingerà sulle posi– zioni più dinamiche ed avanzate), ma

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