Volontà - anno XX - n.6 - giugno 1967
mente cs,crc dei ,upcruomini dal mo– mento che ,i prc1cndc di for loro com– piere quan1O c.:w,cuno, nel ,uo inlimo, si seme incaJ)acc di forc. Di fatto .!>O– no però pcr,onc ,irnili a noi, che pcn– .!>anoe sentono c.:omc noi, ina che. al ma,,imo, ,ono delle ,gual1rinc \ecchic nell'anc d'abbandonare un c.:ompito dif– ficile ad ..ihri. M..i, all..i fin finc, che co– s'è lo S1a10! r· co,1itu1to dalla !.Omma di tulle le nullita 1.:hc lo com1>ongono. Se lo si po1c.,,c J)l.'r-.onilìc.:;.1rc, ,arcbbc rapprcscn1a1O da un indi\ iduo o, piut– tosto, eia un mo,1ro che, d;.11punto di \ i...ia morale e .!>pirilu~1lc, .!>i -.itucrebbe molto al diso110 del livello degli indi– vidui che lo compongono giacchi: lo Stato, nella ,ua ,uprcm~, Polenta, rn1>– prescnta la p~icologin ddla massa•· Questo n,pcl!o ch:I problcma ~arà ri– solto ~oltanto ::tll ravcrso un;1 presa di cm,cicn,a gcncrnlinata. 2 · Il ruolo delle « Immagini 1mrcn• tali•: Affrontiamo or::t lo .!>ludiod'un secondo elemento che de1cnnina l'uo– mo ad accet lare e, \J>CS'>O, ad e\igere una certa forma di autorilà. Questo Mo-condoelemcn10 ~ il ruolo giocato dalle « immabrini ))arentali •· Che co,:i. sono? Lasciamo a Jung la dcfinitione: L'Imago dei c:ongiunli, si ..a, si com:x>– nc, da una parte, dell'immagine acqui– sita indi\ idualmen1c dei genitori, e, dal– l'altra, dall"arc:helipo dei congiunti che e,,.,1e a priori, cioè nella strullura pre– co<,cic111e della p<,ithc •· Prccbi,1mo che l'archetipo dei congiunti, che c,btc ncl– lri !>truttura prcco.,cie111e, è l'Imago pa– rentale cli quell'incon.,cio colletti\'O ;il quale s'è accennato pii.1avanti (4). Vediamo che C'>btc, dopo ( hc l'indi– viduo ~i è di,1accato dai suui genitori, una tcndcnza a ricercare un'm1torità che li rimpia;,,i. Pcrchè? Si è rilevato 328 che questo« residuo• era co<.,ti1ui10da un'imago psichica, da un'immu~inc che si porla in sè. E, come ogni lmt1go Jhi– chica, questa è soggctla a «proie,ione•, fenomeno noto, che puo es.!>crccosì de– finito: proiettare ,ignirica tra,fcrirc un contenuto sogge1tirn (nel no,1ro caso questo contenuto è l'Imago parcnlalc) in un oggeno. E' dunque un fenomeno di dissimulazione: un con1enu1O è a– lienato dal soggcuo e, in certo qual modo, incarnalo ncll'oggcuo. Si proiet– tano sia contenuti penosi o fostidio.!>i per liberarsene, e sia rnlori J>o.!>iti\di– \'enuti inaccessibili per una quabia.!>i ragione, come, ad e.!>empio,per di.!>bti– ma di sè. La proiet.ione risiede ncll'i– denlità arcaica del soggello e clcll'og– gc11O (nel nostro caso, il i,Oggc110 e uguale all'imago parentale e l'oggelto l! uguale a colui che detiene l'm11ori– tà). Come indubbiamente :;i sarà rileva– to, ci si è attenuti ~olo all'a:;pctto fc. nomenologico dei fatti, non avendo an– cora avanzato alcun giudi1io di valo– re. Per quanto riguarda il fenomeno di proiezione delle immagini raren1ali, la sola domanda che ci Poniamo è d'or– dine strettamente fenomenologico. Ci limiteremo quindi, per il momcnlo, a chiederci se il fenomeno di µroic1ionc è ine\ itabile nel nos1ro caso o, piuuo– ~to se le immagini parentali <lebbono restare in noi senza che si abbia la po:-,– ~ibilità di farle dissokerc. La rioipo.!>ta ad una domanda del genere non può c:;sere data che da colui che :.wrà ana– lizzato e studiato il problema in ba'ic all'ossenazione dei suoi pazienti. Ecco come conclude Jung: « In pa:-.~ato, f i era ouimisticamentc suppo<,tO ccl am· messo che le immagini parcnlali pote– vano, in cerio qual modo, < <,sere dc- (4) Cfr. Freud: • Enul de l'1)'Clumuly1e •·
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