Volontà - anno XX - n.5 - maggio 1967
io sia \'Cnuto ad abolire la legge e i pro– f('fr io non ~ono \enu10 :ld abolire, ma a pcrfczionn1-c • (Matteo). Vccl.•1mo dunque cosa dice di di\·crso il • N1101•0 Tes1amen10 • i.ulla •\·iolcnza rwr Dio•. LA VIOLE ZA NEL •NUOVO TESTA– MENTO• I crii.1iani progressisti rimano citare il «Oiçcorso della montagna•: ebbene, cilia– molo pu1c noi: •E se il tuo occhio destro i: 1>er te occai.ione di peccato, cavalo e g:.=ttrilo \ontano da 1e: è pili \antaggioso per 1e perdere una delle tue membra che \edere 1utto il corpo andar$;Cl1Cnella gecn- 1n. E se la tua destra ti è occasione di scandalo, moaala piunosto che tutto il corpo se ne vada nella lc7eenna• (!\fatico). Piu 1.irdi San Tommaso d'Aquino, forse temendo che tale discorso non fosse ab– bn-.tan,a esplicito, specificò che l'eretico rappreo,cnta ur, pericolo di ro\ ina e di danna1ionc per il prossimo e che ncsi.una tonura può esser considerala ccccssi\a se ,t ,ogliono salvare gli uomini dall'inferno. Crb10 ha dunque rispoherato l'imito all'intollcranL.l religiosa del cVeccl1io Te– _\fmnento e l'albero gcncnlot?ico della , io– l1•111acriMian.1 è ~osì completato: clnl •\'e<.chio Tesra,11,:1110,, a Cristo, a Tomma– i.o d'Aquino, .ii roghi degli cn::tici e delle <;lreghc, fino .1i col't1..:mpor-1nd mas.~.'.lcri dei •rossi•. li tutto rn110 l'insegna del diriito di, ino: ..Ed io ti dico che tu sci Pict,o e ,;opra ques1a pietra edificherò la mi~ Chiesa e le porte dell'inferno non prc– , .,rranno contro di L'-Sa. lo ti darò la chian: del regno dt' cieli, e tutto ciò che t I lcghcr.ii sulla terra stra legato ne' cicli e tut10 ciò che lu scioglierai ~ulla terra snrà i.ciollo nei cieli. (Matteo). Naluralrnentc, nel «N11ovo Testame•1!0•, accan1n alla tcoriLZazionc della «violen;,a 314 p:r Diu,. non marn.:ano le ,;ue applicazioni. Vedia:no cosi Gcsu che caccia a frustate (non ,erbali) i me1·can1i d:11 Tempio, ,c– eliamo San Pi<·tro che la morire Anania e Sallira ~rcht' hanno creduto di poter na– ,;condcre qualcosa a Dio ( Atti degli Apo– :,tofi). Vdiamo inol11e San Paolo che ac– ceca (sia pun•, tt.•mponin<·amente) Elìma, il mago di Cirro, pcrchè si oppone alla s'!a opera di proi.elitbmo nei confronti del proconsole, e udiamo Santo Stefano aµprova1·c Mosè che uccise un egiziano (un infedele) per \'endicarc j maltrattamenti subit-i d:i un isrn.cli1a (un appartenente al popoh eletto) (Atti degli apostoli). Leggiamo inoltre nella •Seconda lettera a; Cori11ti• ui S;m Paolo come questi. ri– spondendo ai suoi a"Nsari (cristiani con– ,·ertiti dal giudaismo), non rifugga dal ricorrere alle minacce: «( ...) poichè le ar– mi della no.\otrn milizia non sono carnali, rné\ polenti in Dio a distruigerc anche del– le fortez7c, distruggendo noi i falsi ragio– r>amenti e ogni rocca elevata contro la co– noscenza di Dio, e facendo schia\'a ogni intelligenza all'obbedicma di Cristo; a,·en– do in pron10 anche il punire ogni disobbe– dienza quando la ,ostra obbedienza non sia completa•. A questo punto risulla evidente che cer– ti appelli n pensatori cristiani progressisti quali, ad esempio, Origcne e Tertulliano (fo\'orevolj ;;ill'obie,ionc di coscienza) so– no dellati da opportunismo o superficiali– tà come lo sarebbero appelli in senso op– posto ad Ambrosiastro (IV secolo d.C.) che nel suo commentario alle le11cre di S:m Paolo afferma che il diritto divino è deputato alle aulOrilà umane e che il prin• dpe fa le veci di Dio, o al Concilio di Ar– ks (314 d.C.) che nel canone 3 decre1a,•a: •Ouanto a coloro che gcuano le armi in tempo di pace, si 1ot.:1bilisce che siano <:comunicati•., ccc.
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