Volontà - anno XX - n.5 - maggio 1967

\'li dire.iisi. dum1uc. verso la piazza della Sorbonni:. passando per la via Saint-Jac·que:;. Quando fui. al tiuadrivio <·lic attraversa la via Ca~r-Luf<i– sac. C'hhi rimpressione che il cuor(' mi ce,.:;a~sc di ballcn·. La piazza era ~rigia di soldati d"un battaglione di cac<"iatori, l"anna al piede. Dei {!;nq,pi dj per:-onc s"crano formati e stavano guardando. \'idi aprirsi delle fine– stre a 1111 piano superiore. :lpp:1rirc delle teste. dei chqli f". brus<"amente. dei pac·che11i cadere. Un 5oldato geltÒ un fuc·ile ehe r·i:;uonò sul selciato. Stavano 1,erquisen– do nella <"a~a vicina a un cantiere di demolizione. Qualche minuto dopo la port.t 5j aprì e ne uscirono un:, dozzina di uomini circondati da caceia– tori. Selvag~ina 1,e,· la corte mnrziale o pf'r Vc,·::-ailles .. !I quadrivio i:,i vuotù. Potei continuare la mia slrada (• rap-giunl,!;Crc il mio ri[u~io. V"inC'onlrai un amico C'ol quale passai la riornala nel ç:iar– dino. prnnti a fogµ;ire per una porla SO{'C'hiusa nel <·aso fossero arrivati dei perquiiìitori. Ah'. que-~tc perquisi,:ioni! Chi nrni potni racconlarc quale fu la i,om- 111.1 di terrore che poterono accumulare-! Ed or;1 dove andare'? Pensnre ai parenti. vicini o loniani 1·he questi fo!jSC'ro. era eosa assunla. Ognuno temeva per sé stesso d'essere condollo a Verii'ai!lef:.. I pretesti per las(·iarvi in slrada 11011 mane-avano. Mi f:-011 la. sciato dire ria uno dei mei amici molto compromesso. c·lie arrivalo un ~ior– no in una fami;:dia fcd(•!c. v'incontrò un altro <·om1rnf~lloche giù ,·i cm nascosro. Ebbene. nou fu aITatto la fami~lia che l"obbli~ò a partire. bensì il comparno n:1scoslo che cominci() a gridare: - Per l'amor cl"lddio! che tu 11011 1·ima11ra c1ui! Ci fai Fueilar lutti! Alla ,;era lasciai il /!iardino. giacché mi resi <·onlo che offriva un'in– {'erla si(·tirf'zza. Il boulevard Sainl-Michel era deserlo. A:di anµ;oli delle slrnde delle sentinelle. Chi v.i Lì? Al lar/!o! . Sono infine al tennine della mia pe– ricolo,;a pa,,;.seg:~iata. Vedo in alto. sollo i telli. una lm·c che brilla. Batto. I.a porla si apre. l\'!onlo in [retta al sesto piano. EITusione. - Tu .trrivi in buon punlo. mi disse l'amico. Qui saremo lranquilli. I.a eas.a è staia Ai:ì perquisita. Non ri1orncra11110 l)ÌÌ1 . DENUNCE L<' quatlro mura della camerella nella quaif' avevo infine !rovaio un ,_)O· di pace - fino alb mia ru~a fuori PariJ!i - non mi oITrivano in fonclo an('he •1ucste. che una sicurezza mollo rc!ativa. La ras.i .era staia per<p1isita. era vero. Non c"crnno pili da temere i:,or– prcsc dalla parie della corle marziale. Ma purlroppo c·erano :111cora da temere - e tutti coloro che si trovavano nella mia slC'i;Sa condizione lo lf•mevano - · le denunce del primo venulo: del vif'ino. del portinaio. del i;riornalaio. •li chiu11(1ue infine potesse dt1bi1are che un insorto po1csse tro– ,ar:.i qui nasrosto. 303

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