Volontà - anno XX - n.5 - maggio 1967
ammettiamo un corpo sacerdotale il cui capo goda un privilegio d'af– francazione della legge comune, noi continuiamo il medio evo. - Noi facciamo una rivoluzione giuridica, e cademmo in un grande errore pretendendo farla a nome della religione. Un'era di risveglia– mento religioso succederà certo all'attuale, e l'occidente e l'oriente si daranno la mano per compiere la ricostruzione dell'unità di credenza, l'uno colla tradizione della dottrina, l'altro con quella dell'amore. Ora tentiamo invano mascherare l'indifferenza degli animi in ciò che con– cerne le grandi verità relative all'origine e al destino dell'uomo. Men– tiamo sulla culla, mentiamo sulla tomba. Disprezziamo il prete, e lo chiamiamo a battezzare i nostri figli, a benedire le nostre spose, ad assistere i nostri moribondi, a seppellire i nostri morti. Ed egli sa la menzogna, e purché gli porti guadagno, finge non avvedersene. L'ipo– crisia degli increduli mantiene l'ipocrisia clericale. Volemmo far noi una rivoluzione religiosa, e reazione religiosa fanno i nostri nemici. Per ca– rità non ricadiamo negli stessi errori a rovescio, non tentiamo la rivo– luzione irreligiosa dopo aver tentato la rivoluzione religiosa. Filosoran– do separiamoci pure in deisti, in panteisti, in atei, in cri– stiani, in cattolici in quante scuole vogliamo, ma per la rivoluzione do– mandiamo unicamente dove sono coloro che ammettono la libertà di coscienza e: coloro che la negano. I primi, o razionalisti, o cristiani, o cattolici sono amici nostri; 1 secondi, o cattolici, o razionalisti, nostri nemici. La reazione non do– manda di meglio che accaparrare a suo profitto le coscienze rimaste fedeli alla credenza degli avi, e rappresentarsi come sostenitrice del cattolicismo, mentre non lo è altro che della clerocrazia. Ed è proprio dargliela vinta, confondendo noi pure cattolicismo e clerocrazia, e con manifesta contraddizione proclamando da un lato la libertà religiosa e proscrivendo dall'altro una teologia in nome di questa libertà. Dite– mi che sono nell'errore, ma lasciatemi la libera professione del mio culto, quando mi accordo con voi in ciò che nessun privilegio, nessun potere politico ne accompagni l'esercizio, quando io stesso non voglio che il mio culto esca dal mio tempio, quando rispetto in voi la libertà di discuterlo e di farvi il culto che vi piace o di non averne nessuno. Io vedo più in dà, e non solo sostengo che l'interesse clerocratico di– feso a Roma non implica l'idea cattolica, ma nemmeno l'idea papale, come i grandi papi del medio evo la intesero. E' tempo di squarciare tutti i veli e mettere a nudo l'iniqua impostura che l'oligarchia cle– ricale, d'accordo con gli altri privilegiati europei, mantiene al cospet– to del mondo, dando ad intendere la crociata delle nazioni cattoli– che essere stata ordinata alla conservazione del potere temporale del papa. Dietro le cose discorse sinora, noi andiamo acquistando la vera nozione della rivoluzione italiana. Ce la eravamo rappresentata come 293
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