Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

scita sdegno. Grelto, meschino, vigliac– chetto non pe,·ò più dell'ambiente che lo circonda e in cui si è formata la sua personalità. Da simil seme, pian– lato in tal lencno, che cosa poteva :1t– tendersi di diverso? ... Questo pretuccolo, figlio cli una ca– meriera di casa p.itrizia, viene allevato e avviato a studi 1cndenti al sacerdo– zio, dalla carità fredda e pelosa non– c-hè umiliante di nobili signori che in tal modo fanno un passetto verso il paradiso. Manifesta già da rag,izzo in– clinazione viziose. Bene o male fatt'.:> prete, mediante sempre la valida pro– tezione suaccennata, viene nominato subito parroco, scavalcando altri con– fratelli, nella cittadina di Lcini. Ivi incontra un canonico, già suo profei-– so1·e in seminario. Quest'ultimo gli tro– \'a un alloggio-pensione, in casa di una anziana ma ancor piacente vedova, che è la « mantenuta» del detto canonico. Così - come dice egli stesso - è sol– levato in parte c!alle spese di man– tenimento, poichè concorre la retta pagata da Don Amaro. Anche questi si trova bene, lanto più che la vedo– va-))adrona ha una giovane e bella figliola, che, nata e vissuta nel cuore del misticismo, ~ente di pari intensità il fc1·vore religioso e i ...richiami della giovanile etade. Li confonde, o meglio li impasta insieme e si !rova inna• morata del prete dell'ometto e lui di lei. Che volete? ... .il cuore non si co– manda. La ragazza è anche fidanzata a un modesto !mpicgatino, assiduo al lavorn,abbastanza « timorato di dio», insomma quello che le anime pie chia– mano un «giovane-per-bene"· Che po• teva aspetrnrsi di più la signorina? ... Anticipe1·cmo il finale dicendo che 1~ sorte della poveretta sarà tr:1gica. mo– ri1·à dando alla luce un fodiv del pre– te, che morirà anch'esso, mentre il rr-vercndo genitor paterno farà onore al proverbio: chi muore giace ... chi vi– ve si dà pace! L'aspirante - app1ma tollerato - al– le nozze, si accorge ben presto dell'in– cipiente «fiamma» nascente tra il pre• te e la «pecorella~·. Sopporta, ma in– fine, reso geloso più del Moro di Ve– nezia, istigato c.!a amici e incoraggiato da un subdolo avvocato di1·cttore di un giornaletto l0c..ilc, scrive una vio– lenta filippica (.Ontro il clero del luo– go, non mancando d'infamare, pur sen– za nominarli, i suoi rivali. Sdegno dei preti e di lulli i « ben– pensanti», ma ~.nche un pò di paura dei primi perchè tulti intinti d'un:i. medesima pece. L'autore viene scoper– to proprio quando sperava di convola• re alle desiate nozze c... - misero lui! - e~ecrato come Caino, scacciato dall'impiego come un cane rognow e il matrimonio - OCl'.Orre dirlo? - an– dato a farsi benl.!dìre ! L'ira del clero contro il sacrilego giunge a vette in~upcrabili e se non possono più vederlo al rogo, almeno a morte per fame lo vuol vedere. 11 poveraccio ~i rrvolge al direttore del giornaletto rhe si rivela per quell., canaglia che è, eon una moglie bigott.1 alla quale rivela tutto (ecco la sco• perla dell'anonimo) ed anticlericale provvisorio, perchè gli sembrava che i suoi meriti non fossero riconosciuti in modo adeguato. Al tapino, che a lui si rivolge, fa formale cliflìcb di prose– guire su di una si rada che minaccia cli sovvertire le basi della società, del– la civiltà, attacando le istituzioni piì.1 ve:"1erabili e sacrosante come sarebbe– ro il sacerdozio, !a chiesa, le autorità ecc. Tutti sanno con quanto 7Cio le giac– che rivoltate difendono oggi quel che 2:51

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