Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

:\ppare e\'idente. the nessun princi– pio può essere. in ordine all'insegna– menlo. tanto funesto quanto quello ehe irn,egna a considerare come defi– niLi,·o e non soggetto a re,·isione un determinato giudizio. E quanlo è !'.!lato dello (, applicabile tanto agli incli,·idui quanto alle comunilil. giac– ché non esistono cognizioni a))prese ('ome yaJidc che possano comunque giuslificare la creazione- di istituzio– ni destinate ad inculcarle in modo definiti,o all\11nanitlL Tutto può es– sere oggeilo di lettura, di esame. di meJitazionc. ma bisogna evitare l'in– segnamento di credi o di calPchisrni, siano es!'.iipolitici o 1norali. /1) srcondo luogo. l'idea di una e– <.hwazione nazionale è poggiata sulla incomprensione dl'lla natura della mente. Tullo ciò che 1111 uomo fa da sé f' bt•n fallo. mentre tullo ciò che i suoi !'.iin1ili o i gO\·ernanti decidono cli fare per lui f" mal fatto. La sag– gezza ci consiglia :-icl inritare gli 11O– mini per('h(' agiscano da soli e non già perché siano tenuti sotto un per– petuo stato di tutela. Colui che de– !'.iidcra i111parare, e ciò decide spon– t;111eame11te,ascoltedt le lezioni che ricc,·e l' ne comprenderà inleramcn– te il !'.lignificato; colui che insegna. perché ('OSÌ n1ole spontaneamente. lo farh con scrielà cd entusiasmo. ~la dal momento in c·ui tm"istituzione pubblica pretende di assegn:ue a ciascuno la funzione d1e den:• disim- 1: >egnare.gl' incariehi assegnali s,uan– no s,·olli <·c111 freddezza e con indif– fc'renza. I.e uni\'crsitil e le alt re scuo– le pubblichP da mollo tempo !'.iiso– no ri,·eL,te per il loro sciocco forma– lis1no. Se f' \ ero clw \'a11torit~1civile 111i comenle il dirillo d'impiegare la mia propriet:t cl"accordo con delcr- minati scopi. è altrettanto \'Cro che è \'ana presunzione il credere che io possa trasmetlcrc le mie convinzioni allo stesso modo con cui trasferisco i miei beni. Sopprimete pure tutti gli ostacoli che impedisC'ono all\101110 di cono– scere la veritl1 e che lo legano alla ricerca del proprio bene!'.isere. però non esimetelo assurdamente dallo sforL.o 11ece!'.i:,:1.rio per rnggiungcre tait· scopo. Ciò che ,·oglio spont:1.- 11ea1nenle lo stimo nel !'.!UO giusto ,·a– lore; ciò che mi è dato !'.lenzaun mio !'.ifor;.o,potrà rendermi indolente. ma 11011 potri1 n_•ndenni rbpettabile. I~ sommamente insensato cercare di procurare ad altri i mezzi per essere felid. indipendentemente da qu:i.hia– !'.iiloro sfor-1:0. La conc·ezionc di 1111 siste111adi educazione nazionale pog– gia sull'idea - pili ,·olte crilicata nel C'Orsodella presente lrallazione, anche se si presenta in mille forme dh·erse - che sia impossibile i\l11111i– nare gli uomini se 11011 a mezzo di ,·eritlt ufficiali. In trr:::.o luogo. il prinC'ipio de\rc-– ducazione nazionale de\'C essere re– spinto in ragione del !'.illO on·io le– game col principio gon ..rnati,·o. Que– sto legame è p!ll massiedo dell'anti– ca r più \·olle ripudialn uniont' Ira Chiesa e Slato. Prima di affidare una ma(·china co:,ì potente co,ne la S('uo– la nelle mani cli 1111 agente tanto a1n– biguo. qual è- il go\"C·rno, dobbiamo bc 1 11 riflettere sulle probabili tonse– guenze. giac{'hé è cerio che il gO\·er- 110 non mancherà d'impiegare que– !'.iiamacchina :,e non per rinsaldan• il suo potere e per perpetuare le Mie islituzioni. \nc•he a111111t:'llendo che i funzio-

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