Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

go ha pci assicurato che •assistiamo ad un certo superamento delle posizioni i– deali conservatrici. che faceva della •ideo– logia• religiosa l'oppio dei popoli, supe– ramento che avviene nell'ambito di una aspirazione che si afferma ancora reli– giosa e cristiana e che è il risultato del modo nuovo (sic!), con cui la Chiesa si pone di fronte ai problemi e~senziali del mondo moderno; infine, ha riconfermato la fedeltà dei comunisti all'art. 7: •Consideriamo definitivamente acqui- sito per l'Italia il principio costituzionale - redatto personalmente da! compagno Togliatti (4) in collaborazione con l'on. Dossetti - secondo cui Stato e Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indi– pendenti e sovrani•. Il fatto. ricordato dall'Osservatore ro– mano per sgonfiare la montatura comu– nista, che le offerte di collaborazione ai cattolici ,risalgono al 1935 (anno dell'ul- (4) Proprio un bel merito da ricordare in o– nore di Togliatti! Al principio della doppia sovranità (col riconoscimento della sovranità ddla Chiesa, nel suo proprio ordine, che nes– sun costituz.ionalista riuscirà mai a definire) conviene opporre quello antieonconbtario, per cui la Chiesa deve essere libera, come tutte 1c altre società private, ma libera nello Staio so,•rano: quindi in nessun campo indipenden– te dal diritto comune. Questo è il principio che l\farco Mmghctti 1'6 maggio 1873, alla Camera dei Deputati, opponeva ai sostenitori della teo– ria che «lo Stato e la Chiesa• fossero •due 1,odcstà pari e parallele, che si ]imitavano e si facevano concessioni a vicenda•. •Per noi - precisò Mingheui con la sua consueta chiarezza - potestà vera, nel senso legislativo e coattivo, facoltà cioè di sancire le leggi con la for-La, imperium, non ve n'è e non ve ne può essere che un solo: e questo è lo Stato•. Ma Minghetti era un •piccolo borghese•; an– zi, peggio; era un esponente della •destra sto– rica•: non era un «rivoluzionario» come To– gliatti. timo congresso dell'Internazionale comu– nista) •non fa che sottolineare - ha affermato l'on. Longo nel discorso con– clusivo del congresso - la loro coeren– za e la loro preveggenza (5) •. (5) Pc,· dimostrare questa coerenza l'on. Longo, ha ricordato anche che il problema dei rapporti ira comunisti e cattolici '"è stato sem– pre presente ai fondatori del partito e al par• tito nel suo insieme•. «Grà nel marzo 1920 il comp.::gno Gramsci po– n<..'\'a il problema nei suoi giusti termini, sto– rici C politici. Egli SCfÌ\C\'a: «In Jtalia,, a Roma, c'1\ il Vaticano, c"è il Papa; lo Stato liberale ha dovuto trovare ua sistema di equi• !ibrio con la potenza spirituale della Chiesa: lo Stato operaio Jovrà anch'esso trovare un sistc• ma di equilibrio•. Questa osserva,lionc è una osservazione ovvia: è, infatti evidente che nessuno uomo politico può fare .- meno di tener conio dcll'esistcn~.a della Chiesa cattolica in Italia, e deve pro– porsi di arrivare ad un certo sistema di equi– librio: il sistema di equilibrio dello Stato li– berale era stato raggiunto con la legge delle guarentige, lo scioglimento di molte corpora– ;':ioni religiose, l'incameramento di una buona parte dei beni ecclesiastici, l'istituzione del matrìmonk: ci\'ile, l'abolizione della mano-mar• ta, ecc. Ma da quella ovvia osservazione l'on. Longo ha creduto di poter trarre queste conse– gucm:e: •E' sulla linea di questa esigenza che il compagno Togliatti, nel marzo del 1947, in un discorso all'A~scmblca Costituente, affermava: ..Non vi è contrasto fra un regime socialista e la liberi:\ religiosa della Chiesa, e, in partico– lare, di quella cattolica. Questa è la posizione di 1,rincipio - sono sempre parole di Togliat– ti - più profonda, che non solo giustifica, ma spiega la posizione che noi prendiamo in que– sto voto (sull'art. 7). Vogliamo rendere sempre più evidente al popolo italiano questa verità>. Così di\enta papalino anche Gramsci... Nel brano sopra riportato da Longo, Gramsci non precisò a quale equilibrio ccn la Chiesa i co– munisti a\'rebbero dovuto mirare; ma i brani da me citati, in cui Gramsci parla della Chiesa co– me forza essenzialmente reazionaria, non Jascia- 110 dubbi: non consentono certo di dedurne un indiriuo di politica che giustificherebbe la 145

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