Volontà - anno XX - n.2 - febbraio 1967

pianura del Campidano e le colli– ne del Logudoro sono, stagional– mente e da secoli, la meta dei greg gl del Nuorese. Ora, mentre la percentuale del– le proprietà private « polverizza– te,. (cioè quelle inferiori ai 2 et– tari, dove dominano i seminativi di coltivatori diretti e che avreb– bero bisogno di una ricomposizio– ne fondiaria) raggiunge il punto più basso in provincia di Sassari (3,5% della superficie contro il 5% a Nuoro ed il 7.5° 0 a Cagliari), quella delle proprietà dette di me– dia estensione, comprese cioè dal 10 al 200 ettari, è nettamente la più alta in questa provincia (30° 0 della superficie contro il 19% a Nuoro ed il 20% a Cagliari). E' qui che si trova il nucleo più importante dei pascoli privati af– fittati, cioè della rendita agraria parassitarla che pesa fortemente sull'insieme della pastorizia (basti pensare che l'affittanza dei pasco– li procura ai proprietari 9 miliardi annui, pari ad un quarto del red– dito totale dell'agricoltura sarda). Le grandi proprietà pascolative (anche superiori ai mille ettari) del Nuorese, che coprono il 32% della superficie agro-forestale del– la provincia, sono in effetti ir. bt:o– na parte di proprietà comunale in quanto residuo dei vecchl usi cl 1 :1- c1 demaniali. Grazie a questa anacronistica mentalità dei proprietari di ter– reni, ogni progresso è bloccato mi– gliaia di lavoratori agricoli sono costretti all'inoperosità e la stes– sa c 1 asse pastorale vive continua– mente- .,ell'incertezza. 88 Nulla può rendere meglio l'idea dell'assenteismo che regna nelle e tancas > sarde quanto le cifre r.1- portate dal Casu per una zona tipi– ca dell'agricoltura sard:. rc~:'c quella del circondario di O1,ier;. do– ve per una superficie di 235.000 na. il semìnattvo era (ed è pratica~en– te tutt'ora) di appena IO.ODO ettari; due grandi comuni di 20.000 e 40.000 ettari (Berchidda e Buddu– sò) non avevano, incredibile ma vero, neppure un ettaro seminato. Questa situazione antisociale ed antieconomica per eccellenza, è stata appena scalfita dalle leggi di riforma del dopoguerra. I program mi dell'ETFAS (Ente per la tra– sformazione fondiaria e agrarìa della Sardegna) non superano u– no scorporo di 100.000 ettari, dei quali a fine 1958 risultavano effet– tivamente assegnati appena 57.500 (55.000 in poderi con 2.800 famiglie e 3.300 in quote per 750 famiglie). Ed in realtà gli espropri effettivi non hanno raggiunto, o appena, i 50.000 ettari, poichè circa 35.000 provenivano dall'ex Ente Sardo di Colonizzazione, 13.000 da acquisti e 1.700 da permute. D'altra parte, se i braccianti ed t contadini sardi hanno rivendica– to, accompagnando spesso le do– mande di concessione con l'occu– pazione delle terre, quasi 450.000 ettari di terreni incolti, le superfi– ci concesse in base alla Legge Gul– lo non hanno superato gli 85.000 ettari. Per cui - anche se altri 8.000 ettari sono passati nelle mani di 2.435 coltivatori diretti (media per proprietà 3,29 ha) In base all'al-

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