Volontà - anno XX - n.2 - febbraio 1967

protagonisti ne sono troppo spes– so gli spettatori passivi. L'incontro con la Sardegna e le sue genti, diverse e simili ad un tempo, presenta il fascino e l'atte– sa che solo le rilevanze socio-an– tropologiche di una società model– lata dai millenni e le terre con– servatesi antiche sono in grado di offrire. Il tempo non sembra aver mutato nulla, o quasi nulla, nella vita dei sardi: il passato e il pre– sente appaiono confondersi e so– vrapporsi attraverso il ritmo di coincidenze in cui adattamento e novità, tradizioni e contempora– neità trovano un agevole terreno d'intesa ... Se esiste una relazione ineliminabile tra individuo, socie– tà, ambiente fisico, una e relazio– ne totale tra uomo, gruppo, am– biente e universo>, la Sardegna ne offre la più profonda documen– tazione perché si presenta come una realtà compiuta, priva di quelle smarginature intercultura– li - riscontrabili invece in altre regioni - che compromettono una chiara decifrazione del contesto. La particolare collocazione geo– grafica della regione, precisa e sgombra, permette di ricavare un racconto aderente dal suo tessuto sociale (5). Ma non tutti i sardi studiano e l'analfabetismo - coltivato dalla miseria della popolazione, dall'!1:1- sufflciente intervento delle autori– tà nel settore scolastico, con la conseguente - tenuto conto della povertà dei comuni - mancanza o inadeguatezza delle scuole esi– stenti (aule con 45-50 alunni} e (5) Crespi, pag. 100. 84 dal disagio degli stessi maestri - resta un problema preoccupante per la Sardegna. Nel 1950, su 100 ragazzi tenuti all'obbligo della fre– quenza, solo 86 frequentano la scuola e diventano 60 quando si arriva alla quinta classe elemen– tare. Nulla di strano se il censimentc del 1951 registrava un totale di ·300.000 abitanti privi della lic1;nza elementare ma comunque con~,irle– rati dalla statistica, in pieno ven– tesimo secolo, come alfabeti e 241.000 analfabeti (136.000 femmi– ne e 104.000 maschi, cosl ripartiti: Cagliari 133.500, Sassari 59.000, Nuoro 48.600), di cui 18.000 in cc/I. dai 6 ai 14 anni. L'isolamento culturale prende dunque spesso il via dall'indivi:iu:> e si aggrava, a livello della collcc;– tività, a causa dell'altro isolamen– to, quello dovuto alla mediocre via– bilità ed all'insularità. Nel 1952, la Sardegna contava 1.448 km. di strade statali, 2.121 di strade provinciali e 1.130 km. ài strade comunali. Indipendente– mente dalle loro effettive condizio– ni, ciò rappresenta già una pro– porzione di appena 195 Km. per 1000 km 2 di superficie territoriale (la più bassa di tutte le regioni meridionali), contro 790 km per il Nord e 570 per il Centro Italia (media nazionale: 567 km di stra– de per 1000 km'). Solo tenendo conto della scarsa popolazione, la Sardegna migliora la sua gradua– toria e conta allora 89 km di stra– de ogni 100.000 abitanti, venendo in testa delle regioni meridionali, subito dopo gli Abruzzi e Molise; si tratta però di una statistica che

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