Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967
D'altra parte anche i comunisti sarebbero in dovere di fare un s.imile esame di coscienz:i. Quando ad t:sempio il Volga o il Don, lo Jang-tse-Kiang o l'Hoang-ho, escono senza complimenti dei loro letti, e naluralmcnte con in1cnzioni ben poco pietose, si può giustamente far osservare che i comunisti si euardano bene dal criticare amara– ml.!nlc i loro colleghi governanti di oltr\.! cortina, accusandoli di grave !mprrvvide-nza verso le popolazioni proletarie. F allora? Allora naturalmente bisognerebbe andare alJe radici ddlc cose; e in verità non 1nancano, tra scrittori che non si dichiarano !ibc-rt::tri, delle critiche eh(: si esprimono scetticamente di fronte allo opl'rarc dei governanti in genere; che penetrano a fondo nei fatti, 111a chc poi, istintivam~.1tc o consapevolmente, si fermano di fronte o.e! un muro tetragono, al di !à del quale si erge il « Principio " intoc– cabik: lo Stato come nece;sità assoluta per I::>. guida sociale, assolu– ram,~n1e necessario come lo sono il sole c., l'atmosfera per la vita. Di fronte a tale muro si fermano anche gli scrittori p:ù spregiu– dic1.ti, nonostante che non manchi loro una vera passionc pl r la ve– rità Firenze, ad esempio, per mezzo della penna di un suo notissimo ci!tadino, al quale non mancano le idee chiare e un certo coraggio morale, ha chiesto allo Stato cli versare. direttamente e ~ubito, nelle lusche cki fiorentini il denaro che deve servire pcr le ricostruzioni; poicht' solo loro possono \'Cramenle valufarc i danni subiti, avere ca– paciti, tecnica e rapidità di esecuzione. Benissimo. Resta però da riOettere un poco sul caso se i poveri ciltadini abbiano veramente il diritto di reclamare prestiti-lampo dal– le -:assc siatali. Non solo, ma in simili reclami, d'altronde del tutto giustificati, vi è implicita una specie di curioso controsenso: si pre· tende una sveltezza « finanziaria » da una immensa macchina buro– cratica, la <Juale rappresenta l'intoccabile perno motore clclla dina– mica amministrativa dello Stato. Non si pensa, in altre parole, che sono ben diversi secoli che da poveri cittadini abbiamo esperimen– tala la «premura.» che lo Stato - qualunque sia il suo stemma - ha ~l:mpre avuto verso i propri sudditi (intendiamo naturalmenti qL1clli poveri). Occorreranno forse ancora un paio di millenni - am– messo che si possa vivere ancora per v<·nti secoli st:nza 1.:orrere estre– mi pericoli - per comprendere a fondo il carattere di una tale pre– mura, la quale, se effettivamente ha offerto cd offre ancora qualcosa di buono, cotesto qualcosa non è stato mai distribuito di « 1-.1otupro– prio •. bt:nsì, con le buone o con le cattive, dalle pressioni di chi ha sempre lavorato sul scrio? « Miracoli non se ne possono rare; faremo il possibili.! di reperire il denaro necessario per J.lleviarc tanti dolorosi t!venti » -- Teniamo p~rc c~lcolo del!'o~timo pensiero. D'altronde sappiamo bene che i miratoli « fìnanz1an » sono possibili solo in caso di guerra, e che 6
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