Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967
to con quello d'evoluzione. Vale la pena d'accennare qui a tali tentativi, dei quali fa pure parola il Ranzoli nel suo Dl:do– nario di scienze filosofiche. I tentativi so– no basati su certe distinzioni sistemati– che, che si possono accellare o non ac– cettare a seconda delle disposizioni menr tali dei ricercatori. Si parla, infatti. d'una creatio prima consistente nella predicazio– ne della creazione diretta da parte della Divinità della materia informe, la quale, dotata di certe proprietà, fece lasciare a questa la sua condizione primitiva dando così luogo ad una creatio secunda, ossia ad una creazione derivata, consistente ap– punto nello sviluppo di ciò ch'era invi– !uppato nella materia informe medesima. A questo venire alla luce di quel che in antcccdt.."nza era nella oscurità primitiva si potrebbe ben dare, con un po' di buo– na volontà, il nome d'evoluzione, metten– do così d'accordo i dettali delta scicn7.a mcdesi~a con quelle che s'intendono re– puta,-._. ",·el'iù tradizionali», scritturali cd orali, su cui non sarebbe religiosamen– te leci10 il dubbio. Ma anche qui, come nella creazione simultanea del mondo e del tempo, non si fa troppa fatica a scor– gere il lato debole, poichè in primo' luogo già il concetto di simultaneità presuppo. ne l'esistenza del tempo, ch'è quanto dire d'un già creato di quanto si proclama come oggetto della creazione, pc1· cui non si sfugge alle antinomie d'una recessione causale slne rine. L'espressione, venuta poi fuori, di creatio continua, cara agli Scolastici ed ai poste1iori Cartesiani, non infirma affatto l'insostenibilità razionale del concetto di creazione dal nulla. La creazione ex nihilo, come ribadia– mo, non può penetrare nell'orbita della speculazione filosofica: è oggetto di fe– de nei deui e negli scritti tenuti per va- - si obbietterà - ciò significa un dare man forte all'ateismo, così ripugnante al nostro sentimento religioso, dato che se si fa menzione dell'esserci d'una materia eterna, che sfugge al tempo per il suo qualificativo d'eternità (ch'è nel dominio dell'assoluto e non del relativo) si ritro– va Dio nella stessa materia e. quel ch'è peggio, non si spiega il sussistere ab ini– tio in quest'ultima d'un qualche cosa ch'è per sua natura estraneo al concetto di materia, vale a dire d'una possibilità di miglioramento e d'armonizzazione facente capo a sussistenze di qualità recisamente opposte a quella di materia, e più preci– samente da attribuire ad un ordinamento spirituale d'una natura che si giudicava in primis indifferente al bene com'è con– cepito dalla nostra mente. 11 problema, a quanto pare di primo acchito, verte dunque sulla possibilità e sul modo di trovare un punt? di contatto tra creazione cd evoluzione, e la soluzio– ne dì questo non è davvero facile, giac– chè, quando si parla di creazione, non si può fare a meno di pensare ad un qual– che cosa che la pn:cedc, e non è possi– bile parlare di precedenza se non intro– ducendo un fa! tore che fa parte già del processo creativo, ossia del tempo. E se s'intende fare a meno del concetto di precedenza nel tempo, non siamo per nul– la liberati da questo, poichè in tal guisa al concetto di precedenza temporale non si patrcbbe. per il quesito che abbiamo presentemente sotto mano, sostituire il concetto di simultaneità, seguendo così le orme di Agostillo. JI fatto si è che, parlando di creazione, non possiamo esi– merci dal pensare ad un quid che non era stato antecedentemente creato, ma in questo caso l'implicazione d'un creatore è soggetta a ciò che si vorrebbe innanzi lidi dalle chiese e dai loro aderenti. Ma tutto escludere, ossia all'identificazione 55
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