Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967
mulatore » per il suo temperamento e le sue scellc e ~sperienzc pone l'accento su un aspetto µarticolare e esercita una certa influenza sulla 1·ealtà stessa. Proudhon ha esercitato fondarnent:dmentc la sua influenza: a) sul movimento operaio fnincese; b) sul movimcntc anarchico: e) sul cosidetto « riformismo sociale». a) Proudhon si è sempre rifiutato di fondare, capeggiare, far parte di un partito o di un movimento organizzato. Egli quindi non ha ispirato nessun par– tito formalmente alla sua teoria, ma ha a, uto una enorme influenza nella prassi del movimento operaio fr:rnces<.:. Il movimento cooperativo, mutualistico, le casse di credito fondiario e immobiliare si fondano sul suo pensiero. La Comu– ne di Parigi riprese da lui l'idea della federazione dei liberi comuni di Francia. Con l'aflermarsi della socialdemocrazia tedesca ispirata al marxismo, que– sta, per il suo potere di sintesi e quindi ·per maggiore incisività che porta nella Jo\la, si afferma in seno al movimento operaio francese. Il quale in parte ri– torna a Proudhon quando con la prima guerra mondiale la socialdemocrazia Ledesca tradisce la Rivoluzione per lo intervenLismo e il nazionalismo e per una prassi sempre più fatta più che di riforme di compromessi. Non si può negare che in questo ritorno a Proudhon vi sia una certa forma di nazionalismo, nel senso che in lui il movimento operaio francese scopre per così dire il suo ideologo nazionale. L'anarco·sindacalismo di Sorel si rifà anche a Proudhon, il quale tuttavia è travisato nel pensiero; Sorel ad esempio interpreta male La Guerra et la Paix, dove gli pai·e di scorgere un •"Jmaggio alla violenza che non è nelle intenzioni dell'autore. b) La lotl::i al principio di autorità e quindi contro lo Stato (quale che esso sia) condotta da Proudhon con tanta tenacia ha influito su tutto il movimento anarchico (in particolare su Bakun!n), che anzi vede in lui uno dei suoi maestri. e) Proudhon parla spesso della Rivoluzione, anzi è stato uno dei primi ad affermare che la Rivoluzione è la forza operante della storia. La Rivoluzione è per lui una forza permanente, con i suoi alti e bassi; non solo un .-ovesciamento brusco di poteri e del sistema sociale. Fondamentalmente è contro la violenza come metodo rivoluzionario e non predica metodi violenti (per questo aspetto Bakunin dissentirà da lui); egli quindi non predica metodi violenti; ma sa che, dinanzi a irrigidimenti padrona– li, operai o contadini saranno costretti a invocare il diritto di guerrn. Perciò recentemente il pensiero di Proudhon ha influito su alcune correnti urbanistiche tendenti al decentramento urbano e contrarie alla trescente col– lettivizzazione della civiltà industriale, in nome di una dimensione umana dello spazio e del lavoro e di una valorizzazione delle tradizioni locali culturali ed economiche (v. il suo concetto di unità mediocri). Come pure sulle correnti che propugnano il decentramento politico e il passaggio da un regime di prefetti a ql!ello economico-amministrativo dei piani regionali. 47
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