Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967

Proudhon rivolge infine un inviLo agli artisti, lascino il servizio sinora pre– stato alle cla:.si dominanti, che di essi sono ~ervitc, che essi lo volessero o meno, per rendere dorata al popolo la schiavitt1. Naturnlmente tale invito è preceduto da un monito: « Qll(mfo a noi, socialisti rivoluzionari, diciamo agli artisti come ai letterati: Nostro ideate è il diritto e la verità? Se voi con questo non sapet~ fare dell'arte e del bello stile, illllictro! Non abbiamo bisog110 di voi. Se siete al servizio dei corrotti, degli amami del /11sso, dei fammlloni, indietro! Non voglianw la vostra arte. Se l'ari:;tocrazia, if ponlifìdato e la maestd regale vi sono indispens!lbili, ancora ir:.r!ietro! Proscriviamo la vostra arte e le vostre persone. L'avvenire è sPieudido dinanzi a 11oi. Dobbiamo costn,ire 36.000 abitaziom, altrettante scuole, sale di riunio- ne, fabbric/1'3 ... Dobbiamo trasformare la Francia in 1111 vasto giardino ... Dobbiamo istruire il popolo ... I.A rigenerazione sarà compiuta e potremo applicare allo spirito miovo ciò che è stato dett() di quello antico, o Spirito Santo: Et renovabis faciem terrae » (20). CONCLUSIONE « Capire e mutare se stessi, a11dare oltre se stessi: quella lettura noni mi mutava affatto. Ma quello che cominciava a mutarsi invece, era la realtd del marxismo, la pesant~ presenza, al mio fianco, delle masse operaie, cor. po enorme e c11poc11evive,,a il marxismo, che lo praticava, e che esercita• va a distanza un'irresistibile attmzio•1c ~ugli inrellettuali piccolo borglie,. si». JEAN•PAUL SARTRE, Critica della Ragione Dialettica, Il Saggiatore, I, p, 25. Non credo ai grandi nomi. Essi sono appunto le « etichette della Storia", come disse Tolstoi. Quanto di valido ha affermato un uomo, non è patrimonio suo, ma della umanità. Perciò sono assurdi e Jeggennente ridicoli i riconosci• menti ed i premi ad pcrsonam. J nomi hanno un valore puramente pratico, per un sistema di riferimenti. O puramente umano, nel senso che può interessare approfondire da quale persona è venuto un determinato pensiero. Sartre chiama « realtà del marxismo» la « pesante presenza al (suo) fianco delle masse operaie». Vuole cioè significare che quella filosofia era realtà ope• rante intorno a lui e che in tale senso lo mutava. Quello che io contesto è la realtà del marxismo. In primo luogo, anche per i marxisti, il « marxismo » non è opera del solo Marx, ma anche di Engels. E poi 20) Du Principe, del l'Art, 231-2112R. 45

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