Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967

brandi; e gli piace contrappOl"rC I<'-sua « Lezione di Anatomia» alla « Scuola di Atene» di Raffaello, che rappresenta una idealizzazione della realtà. Ma al tempo di Proudhon cnmo troppi i pittori di accademia che stucchevolmente imitavano gli :mtichi, dimentichi di guardarsi intorno; e in quello che per Raffaello era stato un motivo vitale, l'affermazione degli antichi valori greci se~pelliti ùal Cristianesimo, e che per t;:mti suoi pittori contemporanei era solo una vuoto imitazione, Prouclhon vedeva un antecedente pericoloso anche se appunto ambiguo del male presente. Piaceva inoltre molto a questo parti– giano del decentramento politico il leg.imc della scuob olandese con la piccola comunità nazionale, che essa aveva pienamente espresso. E rimpiango che que– sta scuola, anche per motivi religiosi (gli artisti erano degli «eretici»), oltre che per la scarsa rilevanza politica della nazione non sia penetrota in Francia, alla quale .tvrcbbe risparmiato secoli di corruzione e cli errori. Perchè la Rivoluzione non portò un rinnovamento nell'arte? Anche qui l'a– nalisi di Proudhon è acuta (e potremmo rivolgere questo medesimo ragiona– mento alla Rivoluzione Russa): poichè si era troppo occupati e presi da altro, ci si immise nei vecchi schemi artistici. Quanto di meglio si produsse allora è il ça ira, b Carrnagnol.1 e la Marsigliese, la quale per ~ltro è ritenuta da Proudhon di molto inferiore al Chant des Travaillcurs del '48, che tanto pia– ceva a Beaudelairc. E poi, troppo presto, venne la controrivoluzione, con quel generale straniero dalle manie persomili tanto particolari e lontane dal ca– rattere dei generali della Rivoluzione di cui Proudhon dice, con un certo chau– vinismo. che solo straniero pokva essere. Tutta la polemica tra classici e romantici appare sterile a Proudhon, non ha senso per lui, in quante ritiene necessari all'opera di arte compiuta ambe– due i filoni. quello della dvoluzione estetica medievale e quello classico ... « t'artista complet(), colui al quale dovrà essere aggiudicata la palma, non può esst?.rc ormai 11è w1 classic.? 11è un romantico, nè wi uomo del Rinascimento, della Grecia o del Medio fa,o; ma sarà colui che, Sapendo conibùwre /111/i gli elemenll, tutti i dati dell'arte, tutte le concezioni clella ideale, suvuiore alla tradizione, stiprà 111eglioessere ciel s1to• tempo e del suo paese» (18). Che cosa è ora quella scuola realista che comincia a delinearsi, ma che per la tradizionale illogicità degli artisti e per la loro incapacità a vedere con chia– rezza, manca ancora di una sua teorizzazione e che Proudhon vede imperso. r:ata sopra tutti) in Coubert. E' appunto la scuola che guarda alla realtà come essa è, che non si occupa di rifare il volto di Cristo e di anrl; ;i.re a cercare paesaggi brettoni (come era di moda fra i pittori rom.:mtici) nè paesaggi olgcrini (come Delacroix) o di rifare i miti classici e le forme classiche (come lngres), ma che si guarda attorno e cerca onestamente di restituirci la realtà, senza abbellirla, e tuttavia 18) Du Princip.:, p. 108. 42

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