Volontà - anno XX - n.1 - gennaio 1967

egualitari. In realtà nel campo delle sue concezioni sulla famiglia Proudhon ha voluto fare della sua esperienza individuale un modello universale. Ha cioè creato un'utopia, uno stampo nel quale fare entrare tutta la realtà ad ogni costo. Altra contraddizione interessante è che egli. che sempre ha accanitamente combattuto i fondamenti del diritto romano' e napoleonico, poggi invece la st:a concezione della famiglia proprio sul diritto romano familiare, basato ml patriarcato. Il suo è comunque un tentativo di !ollare contro una forza indiscrimi– nata quale la libertà. Diffidando di questa forza vitale e «selvaggia» ha volu– to in ogni campo porle al di sopra la Giustizia. In ciò possiamo concordare con lui, nel senso che l'amore, la famiglia van– no come l'economia, l'arte, la religione ccc. subcnlinati alla Giustizia. Ma la Giustizia è dentro l'individuo, così come credeva Proudhon, e solo guardando dentro di sè, ognuno può trovarla. E giusto può essere tanto l'amore familiare qunnto H libero amore, se Giustizia è, come la definisce Proudhon: il rispetto spontaneamente provato e reciprocamente gar<!.ntito della dignità umana, in qualunque persona e in qualunque circostanza si trovi compromessa, a qua– lunque rischio si esponga la sua difesa. La sua utopia invece non ci può convincere. Egli ha voluto conservare un valore del passato, ma non nel modo giusto. Vi sono due modi di essere con– servatori rispetto ai valori del passato. Il primo li libera dalle vecchie sovra– strutture e li ìmmett~ in nuovo terreno che darà loro nuovo nutrimento, ed essi vivranno se in sè conservano la vita. Il secondo, per timore del futuro, li lascia marcire nelle vecchie strutture, dove essi certamente morranno. Se è vero il mito rldla donna che Dio crea dal fianco dell'uomo, la sua verità continuerà a vivere anche se la donna e l'uomo lavoreranno nello ~tesso ufficio con lo stesso stipendio. Se esso ha perso la sufi. forza vitale per gli uomini, è inutile tentare di nasconderlo: prima o poi perirà, ahri ne nasceranno. Dinanzi ai problemi del sesso, Proudhon in genere così audace, si è vol– tato indietro ed è st<1to tramutato in una statua di sale. Così Herzen riassumeva il pensiero di Proudhon, al riguardo, recensendo La Justicc: « Meno vi sarà amore tra la donna cuoca e il marito 01>~raio me– glio sarà» (12). Proudhon non si è reso conto che non può bastare a una donna essere una donnicciuola. E che a riempire la distanza tra il suo antico gesto prome,. teico di accendere il fuoco e il gesto moderno di girare la chiavetta del gas non bastano l'ane di acconciare i fiori in un vaso nè quella di dipingere gra– ziosi acquerelli. 12) R. Lasny, Hcn.cri et Proudhon, p. 181. 38

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