Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966

tare nuove ideologie c·he. an:-:i .solo c1u:mdo tanto io che voi riusciamo a liberarci dalle ideologie. ,;iano esse di destra o di sinislra. potremo cleter. minare, tanto interiormente che e5teriormc11te. una radic,,le rivoluzione. Allora 11011 sarit più questione di ricchi o di poveri, nrn di di~nit:ì t1111.rn.1. di dirillo al lavoro. oppor\t111itit e b("ncs.scre ambientale l}Cr ciascuno di noi 11 (15). Non ci i: tull.ivia po,-i:Jibile condividere in pieno il 1m11to di vista ciel nostro auto,·e a •1uc.slo proposilo, gi1H'cé 11011 solo l"csperien:,:a del passato (che egli c-l1iame-rchbc « condizio11:11ne1110 11), nrn anche quell:1 ciel presente. quell:i quotidiana, ci dimoslrtlno 1·he la società o i governi disonesti e malvagi contribuiscono a co1-rom1}crc !"individuo. ad alimcnlure i conflitti interiori. ad impedirne la 11 libera:-:ion(' >1. Jn oµ:ni modo Krishnamu1·ti si di– chiara decisamente contrario alla sopraffazione dell'uomo J)CJ' opera dello Staio. che ~pia. 5orvcglia. impone, educa. Per chi ha affermato l'impre– i,C-ilHlibilc necc5si1.ì di liberar5i da ogni C'onrnrmi:-rno, da ogni modello, da ogni condizionamento cl'ambienle. non vi può essere male pcp-p-iore di questo: <( quali sono i rnpporti Ira l"indivi(luo e la .societ:t? Ovviamentt• la societ:ì csisle per l'individuo, non il contrario. I.a societù esiste perché 1"1101110 proi.pcri; esiste per dare lil>erltÌ al/"i11divid11n. ond'egli possa avere l"opportunitù di ridestare in sé l"i111elli~cnza J}iù alta 1) (16). La socielù (' una co.slruzionc che dov1·cbbc ragionevolmente esistere solo a beneficio dell"uomo: invece lo Staio lenta di trasformare l"uomo in<( ci11adino 1) per– ché poss;1 funzionare cffic:wcmenle ne! suoi 'JU:1<lri. Purtroppo viene a!-sC• condato da molti che trovano pili facile (( conformarsi •J. iòìacrifìeando l"uomo al cit.1adi110. Ma i.C lo Stato non si preoccupa dell"uomo inleriore. giaceht~ sacrifica il jJl'C!-ente al futuro. al 8110 futuro. l'lwmo ha pur sempre la pos:;ibilità di !-fugp:irgli. poi<·hl·. seblJf"nf' lo Stato sia<< contro l'uomo buono, l"uomo d"intelli~enza ... q11cs·11omo ~ lilu:tro d'ogni governo e poe.~e l) (l7). Accorata si fa la voce cli Krisl111am11rti quando parl:1 del più terribile flagello social(': !a µ:uerra. I.a res1}onsubili1à della ,!!.UCrra é colle:tiva e tutti !-iarno chi:unati a rispondere: <<ciascuno cH noi ha edificato questa civiltà. ciastuno di noi ha contribuito a creare •111esta miseria. ciascuno di noi ,, responsabile delle a:-:ioni di questa civilti1 n (18). Ogni potere (sollo c1ual– siasi forma) é potcn:,:iale fonte cli male: sono p:li uomini ,widi crudeli mal– VllJ.!:i che cre;1110 ,,uei,la ,;;.ocie1ùd1e pone pii uni contro gli altri. Per il no– stro autor·e vano l· lo sforzo di rendere la ~uera pili umana. giacché in p:u('rra non e:;isl(' cnulcltù maggiore o minore: la lra~edia é Ja guerra, il delitto é uecidere il fratello. <e Un cno1T' 11011viene corretto con altri er– rori: soltanto eon mezzi giusli si può raµ-giungere un giusto risultalo. Se 15) Discorsi a Rajahmundry, cit.. pag. 12. 16) Meditaz.lonl sul vivere. cit., pag. 45. 17) ibidem, pag. 46. 18) La \'la della vila, cit., pag. 13. 720

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