Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966
logici. da dclermirrntc esperienze e memorie 1, (11). [,a consapevolezza dcll'anguslia clella mente, non deve, però, ::tvere per conseguenza la(< lolla» per correggerla, perchl· lo sforzo ~cnera il conflitto, ccl i conflitti implica– no sempre un dualismo, un'opposizione tr.a chi pensa ed il proprio pen– siero, C'he impedisce il processo d'integrazione. E' sufficiente la consape– volezza, senza alcun giudizio cli condanna, perché l'angustia della mente sparisca. Qucs1a (( liberazione 11 condurrà, secondo il nostro autore, al Reale, :dl::1 scoperta della Verità, a cui egli consente che si possa dare anche il nome di Dio. Ma per giungervi é necessario il silenzio della menle, com– pletamente libera dal condizionamento dell'amhienle .(1Heligione é qualco– sa di pili alto e di pili profondo rlie non siano quelle proiezioni dell'io che costituiscono appunto le vostre così dette credenze religiose, i vostri ideali, sia nazionali che religiosi, perseguendo i quali non fa1e che sod– disfare l'io e rinserrare la mente in un crcclo )> ()2). E' nct·rssario quindi non sforzarsi di essere in un modo :lnziché in un altro, bensì comprendere i nostri rapporti con gli uomini, con la natura, con la società,.giacché vive– re significa essere in relazione: é necessario comprendere la vita nelle sue 1·elazio11iche ne contengono l'intero significato. Happorto di relazione che trova In sua espressione lirica nelJa poesia pascoliana: Noi si:11no ond(" su per be ,onde sommesse. Onde, e non 1>iù. L'acc1ua del m:1re é tanta! Siamo un attimo, e non mai le stesse. Ora son io c1uella che già là s'é franta. E io quella ch'ora lii si frange. L"onda che geme ora é lassù che canta; ronda che l'ide, ai piedi tuoi già piange. Noi siamo quello che sei Lu: r,on siamo. Onde! Onde! Oncia che viene, oncia che va .. (Il naufrago) Naturalnwnte saremmo indolli, a c1ucsto punto, ad obielfare che que– sto io ridotlo ::li silenzio :1ssoluto, liberato da ogni influenza ambientale, anzi perfino da se stesso (<( finrh(, l'io i.· presente non c'é unione ma sepa– razione»), é per noi inconcepibile, e ci appare come una pura astrazione. Eppure le religione tutte, e lutti i movimenti spirituali - sebbene giudicati da Krishnamurti insufficienti in quanto rappresentano un'e,•asione clai pro– hlemi, una proiezione dell'io - nella loro espressione più alta, propongo– no il i-uperamento dell'io: dall'induismo che afTerm::1: <e c'est par celle es– :;cncc subtile c1ue tout est J111imé-:elle est la sculc realité; elle est l'atman. Il) ibidem, pag. 25. 12) Dfscorsl a RoJalunundry _ Milano, 1953 . pag. 17. 718
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