Volontà - anno XIX- n.12 - dicembre 1966

2 • Jn lutti i gradi cii_ sviluppo de~li esseri viven.ti ,. la s~iabililà. di essi si prl!scn1a come ti prodotto eh un costante istinto d1 autocbfesa. Oggigiorno esistono seri dubbi nei confronti della concezione ortodossa del darwinismo, secondo la quale ogni processo vivente si riduce ad una lot– ta spietata ed illimitata, ad una lotta per l'esistenza, consistente innanzitutto nella distruzione, senza pietà, degli altri. Kesler, Timiriazev, Kropotkin, Espin.:1ssc, che pur si fondano sullo stesso Darwin, mellono in guardia i darwinisti circa un'interpretazione cd un uso errati del termine « lotta per l'esistenza», spiegando che questa non è un fe– nomeno costante, nè qualcosa di isobto, di particolare, ma che si manifesta unicamente .id un determinato momento, quando cioè le condizioni oggettive sono insufficienti per assicurare l'esistenza di tutti. Può pertanto sussistere, in condizioni favorevoli, una pace in seno alla collettività. Darwin ha sotto– lineato il ruolo della vita collelliva; poi. Epinasse ha più chiaramente osservato che non esi:..!ono esseri viventi i quali, sia pure per un tempo limitato, non siano addivenuti ad ogni specie d'unione, Ci p,.ire <lunque che il cara11ere U· niversale dell'esistenza sociale sia un fatto ir.disculibilc. Ma c'è di più. E' possibile ancora dimostrare cht! l'adattamento indivi– duale cede il posto ad un adaltamento sociale dal quale cioè gli uomini rica– vano certi vantaggi, anche quando essi sono individualmente deboli, a con– dizione che siano adatti ad una certa unione sociale. Con dette osservazio– ni, si è pervenuti a questo rimarchevole fatto, che nei casi d'antagonismo tra l'individuo e la specie, è il primo che cede ed è l'interesse vitale della spe– cie che s'impone. Il pos10 degli individui disadattati viene preso dagli indi– vidui meglio adattati. Molti biologi hanno quindi concluso che la società gioca un ruolo considerevole in favore di ciascun individuo perchè essa as– sicura la possibililà di esistere ed il diritto all'esistenza, di modo che non sa– ranno i più forti. i più aggressivi cd i meglio dolati alla lotta quelli che so– pravviveranno e vinceranno nella vita, bensì i più deboli fisicamente ma me– glio adaltati socialmente. La vittoria del mutuo appoggio sociale sulle con– quiste puramente individuali è un fallo biologico certo. Gli individui me– glio dolati in senso sociale sono così più avvantaggiati anche nella •selezione naturale)t. Nella sua celebre 09Cra, Il mutuo appoggio, fattore dcll'evolu7lone, Kro– potkin dimos1ra, con numerosi esempi trJ.tti dalla vita in comune degli ani– mali, che •la lotta individuale per l'esistenza lasci:1 il passo alla lotta col– lettiva»; la lolla individuale viene così sostituita da qualche specie di «coope– razione tra individui». K,opotkin rileva altrcsì che o:lc collettività che com– prendono il pili grande numero d'individui, così come una più grande affi. nilà tra essi, prosperano meglio delle altre e lasciano un maggior numero di discendenti•. Il •mutuo appoggio• è pertanto, nella vita animale, un fat. 1orc tanto importante quanto la !olla reciproca; e l'uomo non è un'eccezio– ne. L'uomo possiede anche un grande istinto di autodifesa, e tende, per con– seguenza, anche verso una vita sociale ed un mutuo appoggio che possono ga- 706

RkJQdWJsaXNoZXIy