Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966
ad esempio, in Tolstoi e negli anarchici in genere - uso quest'ultimo termine non tanto in senso politico ma intellettuale -, cioè in coloro che hanno intra– visto che i governi, i n:, i generali, i pretì in realtà non governano niente, e che invece, trascìnantc come il fato o meglio come una legge spontanea e ne– cessaria, quale quella che presiede alla nascita delle piante e della vita in gene– re, c'e una forza negli uomini, nel « Popolo », in b,1,sealla quale esso si organizza e progredisce, e non perchè sia « governato », ma malgrado sia « governato ». « Al di sollo dell'apparato governativo, a/l'ombra delle istituzioni poli– tiche, lontano dagli sguardi dq:i uomini di stato c dei preti, la società pro– duceva lentamettte e i,1 silenzio il suo proprio organismo; si costruiva urt ordine nuovo, espressione della sua vitalilà e della sua auto11omia, e tiegaz.io– ne del vecchio» (6). Questa idea, per nostra fortuna, è una di quelle che si sono radicate abba– stanza anche nei nostri tempi. Ecco. ad esempio, come inizia la sua Storia della Rivoluzione francese lo storico francese Albert Mathiez: « Le vere rivoluzioni, quelle che 11011 si limitano a cambiare la forma po– litica e il personale del governo, ma che trasfonmmo le istituzioni e da11110 l11ogo ai gra11di trusfl'rimenti della propietà, lavorano a lungo sotterranee, prima di scopf)iare alla luce del giorno sotto l'impulso di qualéhe circostanza fortuita ,. (7) Come l'organizzazione della Immanenza è essenzialmente opposta a quel– la della trascendenza così il nuovo ordine c1csciu10 all'ombra del vecchio, sarà opposto a quest'ultimo. PER CHE' LA RIVOLUZIONE FRANCESE E' FALLITA I primi germi della nuova società Proudhon li vede nella grande Rjvoluzio– ne, la quale ha assestato i primi colpi al principio di autorità. Ma per essere stata tale rivoluzione solo politica e non sociale-economica, essa è fallita e si è ricaduti nei vecchi errori, anche politici. « Per esprimere in poche pu.~rile il mio pensiero, per quanto poco edifi– came esso possa sembrare, i rivoluzionari fa!liro110 nella loro missione già al momento della presa delfo Ba.~tiglia, come hanno fallito a/l'indomani di febbraio, e per le s1esse ragioni: l'assenza di nozioni economiche, il pregiudi– zio govemativo, la differenza che avevmlo verso il proletariato. Nel '93 la necessità di resislere all'invasore esigeva w1'e11or111e concentrazione di forze, sicchè, la de\•iazione f11consumata. li principio di centralizzazione, largamen- (6) Ibidem, pag. 281. (7) Einaudi, Torino, 1962. 633
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy