Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966
ve pretendeva, secondo la bolla di Paolo IV, di esercitare la «pienezza della potestà sopra i popoli ed i regni ». Altro ;:irgomcnto di attualità é il problema che si poneva il nun– zio di mantenere tulto il prestigio del Valicano negli affari temporali. rl pontefice non doveva essere escluso da nessun negoziato, sia pure cli poco rilievo, pcrchè anche la materia minima serve di «scalino» per salire ai trai tati d'importanza, «così piano piano, senza che gli stessi sovrani se ne accorgano, viene il Pontefice ad esser dichiarato arbitro sovrano di tufli gli Stati" (pag. 32). Anche nel mondo di oggi, mutato il linguaggio, l'atteggiamento della chiesa rimane immutato; come im– mutate rimangono le sue aspirazioni. E le blandizie ranno le veci della forza, quando quest'ultima non possa esser usata. Ma anche la queslione della separazione tra Stato e Chiesa, che consideriamo propria del mondo moderno, costilUiva fin d'allora una preoccupazione, giacché i prìncipi cercavano di ribellarsi all'ubbidien– za pretesa dal pontdice e affermavano già la necessità della separa– zione tra i due poteri, vantandosi di riuscire a tener lontano il pon• 1cficc dai loro affari, «e in cambio di sottomettersi a' suoi consigli paterni non vogliono né anca comunicarli quel tanto che eia loro stessi havr;:rnno negotiato scusandosi col dire che i/ Pontefice non deve ingerirsi nelle materie di Stato, ma in quelle cose c/Je rigllarda- 110 l'anima» (pag. 33). li fatto, amaro per la Santa Sede costretta ad assistere allo spettacolo degli Stati cattolici che procedono tran– quillamente per la loro strada, senza curarsi dei suoi vo!cri, diventa tanto più grave in uno Staio religiosamente diviso come la Svizze– ra, perché gli eretici si rallegrano moltissimo di questa disr.,osizione dei caLtolici verso il Vaticano, che perde, in conseguenza, prestigio nel mondo. Compito del nunzio sarà quindi di vigilare affinché non si diffonda questo concetto, che potrebbe esser causa ciel «rinver– sarsi >> di tutta !a religione in quei paesi. Parole che dimostrano, sen– za possibile ambiguit~t, quanto la chiesa sia sempre stata conscia che il suo potere spirituale non vale se non sia fondato su quello po– litico, che non deve lasciarsi sfuggire mai, costi quello che costi. Anche per quanto riguarda gli affari pratici, cioé l'alienazione dei beni ecclesiastici che i protestanti tengono nelie loro mani, e che la chiesa vorrebbe rientrassero nel suo possesso, converrà venire ad un colloquio amichevole, tentando degli acquisti, cd aver per certo che va evitato ogni atto di forza che «potrebbe mettere tutta la Suis– sa in rivolta ». Così la chiesa, fin dal passato, si mostra in tutti i suoi svariati aspetti, secondo l'opportunità del momento; ora persecutrice e cru– dele, ora paterna e aperta al dialogo. Sempre, però, coerente nell'at– teggiarsi in un modo o nell'altro solo per il suo particolare interesse. A questo proposito, nelle Istruzioni all'ambasciatore francese in 617
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