Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966
riesce tanto più « razionale» quanto più sa essere «naturale». E tuttavia., supposta una piena soddisfazione ses– suale in atto, a questa non corrispon– de necessariamente una disposizione dell'individuo all'armonia sociale, cioè allo spirito di uguaglianza e di solida– rietà, poichè la genesi de1l'autorità, pur trovando una fonte d'incentivazio– ne nella repressione sessuale, è, come abbiamo visto, anteriore a questa. on deve so11>rendere la mansuetu– dine di certe genti primitive, le quali, per essere appunto primitive, sono molto pili vicine all'animalità che al– lo spirito morale. Essa è una forma di collellivismo automatico, cioè di spiri– to di gruppo, ovvero ancora di grega– rismo attivo, che s'inserisce nel quadro generale dei rapporti « animali » di for– za. on si dirà, quindi, che il lupo è sadico e l'agnello, masochista! Così co– me è bene tenere conto che forme di possessività, di gelosia, come di fedel– tà ( !) monogamica sono presenti an– che allo stato animale. Se l'uomo è uscito dallo stadio della giungla, egli è stato un prc::potentc o un timido pri– ma di diventare un « alienato sessua– le». Al livello animale il rapporto do– minio-soggezione è un fenomeno cli complementarietà, in quanto lo scopo non ne è l'esistenza degli individui, ma la perpetuazione della specie attraver– so la sopravvivenza dei più forti e dei più adatti. 1\-ta al livello umano, il sin– golo individuo acquista un valore au– tonomo, per cui il contenuto della com– plimentarictà da conflitto diventa ne– cessariamente collaborazione. Per questo, il problema che ci pone la civiltà non è un ir: cliscrmin:i.to ritor– no alla natura, ma il raggiungimento di un livello molto più alto. Sp~~so si è equi\·ocato, in prorosiJo, tra atlri- buio e sostantivo, tra spontaneità e suo contenuto. r prin:itivi - si dice - erano spontanei. L'as~enza dclh spon– taneità ha portato l'ipocrisia, le men– zogne convenzionali, ).:;:nevrosi. D'ac– cordo! Bisogna sì tornare alla sponta– neità, ma dare a questa un conlt'nulo assolu~amente nuovo. Se ai primordi si era spontanei nelb concon-cnza, oro. si deve essere spontanei nella sollctmic– tà. Il fondo di lutle le aspirazioni è senza dubbio la gioia di vive:~, !a qua– le non può essere disgiunta cbl!a spon– taneità. Essere spontanei sig,1ifica ap– punto sapere cogliere tutte le occasio– ni di gioia. Il sessualismo, quale studio e prati– ca della libertà se::.sualc, può riportar– ci alla ::.pontaneità, ma non basta a da• n.=a quesia quel cc-rtenuto nuO\'O, au– tenticamente morale cd umano che è la premessa e la finalità delle nostre considerazioni sociolo~che, Se devo indicare un:i. mia po5izione, dii·ò che nutm un..1 « concc;,ione esteti– ca» della storia, il che può anche equi– valere ad una dichiarazione di sceui– cismo storico o di irrazionalismo del divenire. Ciò non significa credere che la storia sia inspiegabile, ma sempli– cemente che essa non segue un'e\'olu– zionc razionale. E sarebbe davvero stra– no se av\'enisse il cc.nlrario, almeno per chi non «crede» in alcuna provvi– denza. L'uomo ~ e, per estensione, J,> esistente - ubbidisce non importa se inconsciamente, ad un'urgenza estetica, cioè fa tulCo ciò chi! fa in quanto lo avverte come bello, tcl\o a far,;;i. Ora, tulio e suscellibilc di apparire bello, perfino il sacrificio, la rinuncia, il do– lore e la morte! Non è nemmeno con– cepibile un modello rcrmole cli csisten- 523
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