Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966
combauiamo è p1opria111ente polilica»; op., pure quella di Pietro Cori, che può essere diretta a puntino ancora oggi contro i pregiudizi di De Marchi: ({ Voi ci rimpro– \'erale il noslro astensionismo come una debolezza, lrnvando che in tal modo ci appartiamo dalla vira po!ilica. Chi lo di– ce? Non significa rimanere fuori delfa po– litica il fare 1111a lolla politica propria, <1 111e110 che non mi si dimostri elle unica al1ivilà politica è quelfa elettorale ... forse che fo stessa lol ta antiparlamemare 11011 è !Olla politica? In realtà di politica noi ce ne occuviamo come ce ne siamo sem– pre occuvari. La differenza tra noi e voi è che 11oivogliamo fare 1111 genere di po– litica e voi un altro». Questa è la compctenz.i di Dc Marchi nei suoi giudizi sull'anarchismo, una «competenza» per lo meno insufficiente. come lui stesso mi ha confessato, dovu– ta a ignoranza del pensiero dei più gran– di esponenti de! pensiern anarchico. E si badi: non si tratta di ignornnza nor– male, l'ignoranza di chi ignora qualco~a pcrchè è umanamente impensabile che si possa conoscere tutto, ma è un'ignoranza dovuta a conformismo, alla generale in– vadenza del pensiero marxi~ta nella sini– slra e alla ostracizzazione ilei )}('nsierv :marchico. Dopo quanlO detto circa questa ignO• ranza e trascuratezza di De Marchi verso l'anarchismo, dovrebbe essere scontato, come ho sempre sostenuto, che egli non accetta il principio basilare dell'anarchi– smo, J'antistatalismo .issoluto. Invece no! Perchè De Marchi ribatte <: con buona Pfl– ce delle i111erpreta1,io11idemagogicl1e di De111111a », che lui con • potere ps!cologi– co,. intende solo la penetrazione psico– logica delle masse attraverso i grandi mezzi di prnpaganda quali il cinema, la Tv. Certamente non è così raggirante ed eufemistica la posizione di Dc Marchi ne. gli articoli che egli confeziona j)er « Cor– rispondenza soci<,lista », « Paese sera>, «L'avanti!». Nel suo ultimo libro, • Rc– pressio11e sessuale e O/Jpressione socia– le», De Marchi in sostanza rimprovera la sinistra di aver impostato le lotte « più per la conquista dei ministeri economici, che per quelli psicologici ed educativi clie sono pitÌ imporlanti ». ed ag'1'iunge che, • deve importare più co11qui.:;tare il po– tere psicologico, ma ciò sig11ifica anche che senza quello politico non sarà pos– sibile co11q11.istare quello psicologico ». Do. ve si vede che per tepotere psicologico » Dc Marchi intende anche ({ministero po– politico». Negli articoli che De Marchi scrisse al tempo del dibatt:to sessuali:! con i giovani della sinistra socialista su « La conquista», vi si afferma che il mar– xismo è ele111e11to ùulisvensabi!e ma 110n s11f{ìciente (se 11011 viene integrato dal ses– s11alis1110) per fare una vera ri,·oluzione strutturale, e tutto il dibatlito critico di De Marchi ,,crso quei giovani del partito, ,,iene condotto in b.ise nl principio che è necessario per loro impossessarsi delle teorie reichiane, rest:mdo intatto però il principio di lottare per conquistare il po– tere, per realizzare da quel ci.::ntro teSacro, efficace, unico,. il rivoluzionamento del– la società. Queste cose De Marchi nel suo articolo sul giornale anarchico non le ha dette, per tatticismo politico, per avere il più possibile r1lleati per l'unico scopo in cui lui veramente crede: pro– spettare e attuare una rivoluzione scssua.. le, non importa se fuori o dentro il go– verno. Così invece di dire che non accet– ta il rifiuto degli anarchici della lotta parlamentare e governativa, dice più eu– femisticamente che non può accettare il loro rifiuto della e lotta politica•. Del resto, in mezzo a tutti questi sci– ,,olamenti, eufemismi e tra,·cstimenti la vera concezione di De Marchi viene a 439
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