Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966
tando il vile spirito dello schiavo, si sottomise ciecamente alla fede e alle passioni dei suoi tiranni spirituali». Mentre la materia, nel suo insieme, è la madre da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. E qui è d'uopo ricono– scere che fra tutti i popoli della terra, nessuno meglio del popolo greco sep– pe onorare in sè quello che era uma– no, nè meglio apprezzare il contrasto della vita e della morte. Non dobbia– mo forse convincerci che è nella ma– teria che risiede ogni attività fisica e intellettuale, e che è soltanto in essa che questa attività si manifesta?». Le leggi della natura non conoscono nè morale, nè benevolenza. Non esisto– no fatti che avvengono per caso, come non esistono dei miracoli: esistono sol– tanto dei fenomeni retti da leggi della natura, ma soltanto allo1·chè si tratta di conciliare un determinato fatto con l'azione sovrana della loro « fon:a crea– trice». E' certo che la fede ha le sue radici in una disposizione dell'anima non accessibile alla scienza. Le leggi naturali che ci hanno formato, sono le stesse che compongono e che governa– no l'universo visibile. L'astronomia è la fisica hanno fornito delle prove più che sufficienti. Pure le leggi della luce sono le stesse per l'intero universo. Sul– l'universalità delle leggi della natura non v'è alcun dubbio, là dove agi~ce una legge, tutte le aiLre agiscono ugual– mente: la loro intima unione si rifiuta a qualsiasi separazione. Così, la stessa anima umana non è che il prodotto di questo mondo e della natura e non può esistere che secondo queste leggi. Per lontano che l'uomo abbia porta– to il suo sguardo esso ha trovato che tutto era nello stesso ordine meccani• co, sotto la stessa formula matemati– ca, calcolato con gli stessi metodi. Al- 422 lorchè Napoleone chiese a Laplacc per– chè in nessuna parte del suo sistema di meccanica celeste accennasse a Dio, egli gli rispose: « Sire, non avevo al– cun bisogno di tale ipotesi! ». Sappiamo noi di preciso come e per– chè la materia ad un certo momento abbia preso un certo movimento?? Non lo sappiamo è vero, ma è anche vero - come dice BUchner - che la scien– za non ha ancora detto la sua ultima parola. D'altronde se i fatti non erano così perchè la forza creatrice non ha scritto essa stessa a lettere di fuoco il suo nome nel cielo? La natura, nel suo istinto cieco e necessario, ha creato quantità di for– me organiche cli cui non è possibile conoscere il fine e che turbano piutto– sto l'ordine naturale delle co<;e_Ma lo scarso successo dei sislemi religiosi. specialmente con rigu.irdo alla caduta dell'uomo ed al peccato originale, non prova forse l'insuflicienza delle loro pre– su:ite regioni? Come infatti k: forme mostruose potrebbero es~ere l'immag;. .1eciel peccato e della perdizione? A che cosa servirebbern i dottori se la natu– ra agisse conformemente al suo fine? Tutto ciò che vive ha il medesimo di– ritto all'esistenza, e non è che il didtto jcl più forte quello che l'uomo s'arro• ga asservendo e uccidendo il proprio simile. 11 cervello è la sede e l'organo del pensiern. Dimensione, forma e qualità della sua composizione, sono in ragio– ne diretta della grandezza e della for– za dell'intelligenza che ivi risiede. E' riconosciuto che gli animali col cervel– lo più sviluppato sono i pili intelligenti. La legge del graduale sviluppo del cer-
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