Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966
coltura irrigua degli agrnmi ed alla rac• coglitura delle olive, la prima epidemia ebbe luogo nel 1914. Quattro .inni dopo, cioè non appena cessate le ostilità, l'Isti– tuto Diagnostico dell'Associazione Nazio_ nalc per gli Interessi del Mezzogiorno ini– ziò un'inchiesta epidemiologica i cui ri– sultati, che parlavano purtroppo chiaro sulla diffusione della malattia, fecero l'og_ gclto di precisi rapporti in vari congressi medici, mentre, sul piano poli1ico, si re– clamava il riconoscimento dell'anchilosto_ miasi come malattia professionale. Dopo gli studi e le esperiem:.e cliniche fatte, l'I– slituto Diagnostico, che aveva già curato la stampa e la diffusione di opuscoli di propaganda sull'argomen10, introdusse, verso il 1935, in Calabria la cura a base di tetracloruro di carbonico. « Col tetracloruro di carbonico è possi– bile guarire oggi l'anchilostomiasi, men– tre essa progredisce in modo impressio nantc (in Calabria) sopratutto perchè nessuna disposizione governativa è venu– ta ad arginarne la diffusione " - scriveva il Timpano nel J950. E quindici :.nni do_ po, malgrado la creazione di qualche « Centro per la Lotta contro l'anchilosto– miasi », questo argine tanto auspicato non esiste ancora, a tal modo che il Dr. Argirollì ha potuto presentare una docu– mentazione impressionante sulla situazio_ ne esistente nella zona di Taurianova, centro della produzione olearia in provin_ eia di Reggio Calabria, e scrivere che «so– vente i figli delle raccoglitrici in grande perce11t11alem1merica presentano carenze alimentari determinate dalla mancan::a qualitativa e quantitativa dei necessari fartori di m1trizio11e » (l'indice calabrese, con 68% dei bambini aventi un peso infe. riore al normale, è il piì.1 deficitario di tutte le regioni italiane), per cui, aggiun. gc, « è 11el co11testo biopsicologico di co~ì co111vro111essa e spesso drammatica str11t- lllrazio11e che il varassita intestinale eser– cita la sua ulteriore e pericolosa op~ra di depauperamento», Così, mC""ntrc la lette– ratura medica considera l'infotilismo an– chilostomiasico come quasi irriscontrabi_ le, la piana di Gioia Tauro ne offre, da sola, alcuni esempi. Basandosi sui dati del Centro antianchi. lostomiasico di Polistena, nei 1956 il 42% dei c.:asiera formato da ragazzi al disotto di 18 anni (1.344 casi) e nel 1961 questa percentuale era salita al 61% (nel 1958 = 68%) con 480 casi. I ragazzi e le donne sono i più colpiti pcrchè la\'orano negli uliveti, che offrono condizioni di clima e di umidità ideali, a piedi nudi; le ra– gazze si ammalano meno perchè riman· gono sovente a casa, 3.dibite come sono ai lavori domestici, così gli uomini i quali mettono più facilmente delle calza– ture. La frequente promiscuità rappresenta però una importante causa infestante (non a torto il professor Pampiglione del. l'Università di Roma. commentando, nel la sua inchiesta igienico-sanitaria effct· tuata a Palma di Montechiaro - Agrigen_ to -, la scoperta di un caso dj anchilo– stomiasi scrive: « è un elemento di al• larme se si pone mente alla facilità dei contaggi ne/l'ambiente di Palma e ai dan· ni provocabili dal parassita qualora si diffondessero fra la popola1,ionc 1>). Quat– tro classi scolastiche della zona di Poli– stena (Reggio Calabria) sulle 20 control– late sono infestate al 100% e nessuna scende al disotto del 40%. « / bimbi più. infestati (e parliamo solo de/l'anclzilost0- miasi anche se 11011 ma11ca110 purtrov– vo i casi di parassitosi multiple con tenia e ascaridi) sono f)1ovrio i più piccoli, quelli che necesiterebbero di maggiore at– tenzione e di pi,'1 delicate cure» - scrive ancora il Dr. Argirom; e cosl sarà finchè dato il bisogno e l'assenza di a~ili infan. 401
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