Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966

che sulla costa tirrenica, a Tropea e Vibo Valentia. Se la scomparsa dell'anchilostomiasi nelle miniere sardr: (Iglesias) sembra es• sere in rel.izione all.i salinità delle acque locali che impedirebbero lo sviluppo del le larve, la stessa causa pedologica fa sì che la Lucania e le Puglic - dove !'aridi• tà del suolo calcareo è prO\'erbiale - ne siano praticamente immuni; i pochi ca– si di anchilostomiasi registrati sono quel. li della penisola salentina (Lecce). dove le zone argillose si alternano spesso a quelle calcaree. Ma l'aspetto geologico dei terreni non rappresenta che una faccia del problema. lnfolli, anche per \'anchilostomiasi (e forse più particolarmente per essa) è vali. <lo iJ concetto scientifico che cerca la cause patogene in «un complesso di fallo. ri ambientali formanti insieme la compo– nente sociale. « Ecco perchè nella lellera– turn dell'anchilostomiasi non si i11con1ra- 110 focolai d'infezione in case civili, e me. no ancora in am/Jie111i tli ,,..;,a signorile; tmzi 11epp11resi notano 11umifestazio11i i– solale, se non eccezionalmente, ù1 perso11e ricche, pure dimoranti in zone argillose, 110toria111en1e in\lase dal parassita. La 111ala11ia colpisce invece sempre la povera genie, debole o ve-- affezioni crontche e– saurienti o comunque tarara» (Mazzitelli - µag. 120). Ecco perchè, ancora, gli zolfatari di AL !avilla Irpina (Avellino) -- i quali bene• fidano di condizioni di lavoro nettamen– te migliori di quelle esistenti nelle zol– fare siciliane e non si trasmettono, come in Sicilia, il mestiere di padre in Ciglio, evitando così delle gravi predisposizioni ereditarie - non hanno mai conosciuto l'anchilostomiasi. Alla vigilia della seconda guerra mon– diale, mentre nelle altre regioni le cose andavano, .inche se lentamente, miglio- 398 rando, la situazione dell'l!alia meridiOn3. le si presenta cosi: Abru;,.zi 28 comuni di– chiarati infetti (2 in provincia di Aquila, 16 in quella di Chieti, IO in quella di Tera· mo); Ciociaria 15 comuni; Cé1!abria I15 località (provincia di Catanz.iro 8, di Co senza 5, di Reggio Calabria 102: anche i co– muni dell'Aspromonte sono stati raggiun. ti dall'anchilostomiasi); Campania 26 (provincia di Caserta 2, di Napoli 8, di Sa– lerno 17); Puglie 2 (entrambi in provincia di Lecce); Sicilia 65 (provincia di Agri· gento 12, di Caltanissetta 14, di Catania 12, di Enna I, di Messina 20, di Palermo 5, di Siracusa I). In Calabria ed in Sicilia l'anchilosto– miasi rappresentava dunque ancora una malattia grave, sia per la sua estensione geografica che per le sue conseguenze. In Sicilia, a parte naturalmente l'anchi. lostomiasi dei contadini del Messinese, la malatti.i era strettamente legata alle al· tivitù di estrazione dello zolfo. L'csisten· za dell'anchilostomiasi nelle zolfare di Si. cilia fu rivelata, nel 1882, dal Dr. Giorda– no di Lercara. Sei anni dopo i consigli s~rnitari delle pro,,ince interessate, frn l'altro quella di Caltanissetta, non si erano ancora messi d'accordo circa l'esistenza del male. E' solo nel 1898 che ci si sveglia e si ha la campagna contro l',,nchilostomiasi nella miniera di Muglia a Centuripe in provin– cia di Catania, le ordinanze sanitarie C· manate dal prefetto di Palermo Dc Seta, specialmente per quanto rigu~rda le zol– fare della zona di Lercara, di limitai,\ applicazione; la costituzione dd « Comi– tato Cittadino di Lercara per la cura de– gli operai colpiti da anchilostomiasi "· A Lcrcara infatti l'anchilostomiasi ave. va preso le proporzioni di una epidemia; ma un dispensario aperto nel 1899 fu de– finitivamente chiuso nel 1904 per mancan. za di fondi.

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