Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966
ricano, qua,110 nella campagna intrapresfl dal "Knappsclra/tverein" nelle miru'ere della Vest/alia e per la quale furono spe5i oltre 3 milioni di marchi in soli 14 mesi•. e conclude, quanto all'Italia, affcnnando filosoficamente che « i11questi ultimi tem– pi la percellluate deve essere motto di– minuita ver te misure igie11iche adottate dagli industriali•· In realtà, i pochi sforzi delle autorità sanitarie italiane furono concentrati solo sui cantieri di opere pubbliche, accon1en- 1andoci per il resto di dimostrare, con \'ero spirito accademico, che i casi di an– chilostomiasi agricola erano da addebi– tarsi in Italia alla varietà • nccator • in– trodotta da emigranti rimpatriati dal Bra. sile. E se le statistiche, malgrado il de– crelo dell'obbligo della denuncia risalen– te al 1923, divengono singolarmente basse e geograficamente concentrate (la Sicilia esclusa) alle regioni settentrionali è solo perchè, specialmente nell'Italia meridio– nale, i casi denunziati sono nettamente inferiori alla realtà: nel periodo 1925-1932, 164 casi meridionali su un totale di 2.059 e di questi l05 per la sola Sicilia. • Da elle si è resa obbligatoria fa denunz.i<1le z.011e comvromessc, ufficial111e11te seg11a· late, sono ben poche ed i casi si rid11co· ,w. i11fi11 dei conti, ed alcw,e centinaia! La mancata de11wnia di llllli i casi 11011 rmò sorprendere, vercllè chi ha pratica t/1 uffici sanitari sa bene che l'o111i.<:sio11e è generalmente nel programma del 11011 crearsi 11ole sino a tanto cl1e mm si dà l'allarme, sempre che trattisi beninteso tli 111ala11ie 110ndiffusive• - si può legge. re alla pag. 227 del volume del Mazzitclli, pubblicato nel 1935. I terreni preferiti dalle larve dell'anchi– lostoma sono quelli argillosi e perciò im– permeabili: le zone di maggiore infcnzio· ne si identificano perciò spesso con quel. le paludose o con quelle irrigue. Un caso tipico è quello della pro,•incia di Salerno dove ranchilostomiasi si è propagata nei paesi della pianura e colpisce esdusi\,a. mente i collì\'atori di pomidori cd i loro bambini. «S0110 molte le famiglie che si sposta• 110 itt prinwvera dai 11rovri paesi per su– haff iru,re verso Battivaglia estesi orta/i· zì ed ivi passare l11/la l'estate trovm1do ricovero i11capam1e improvvisate. Di co11. segue11z.a cucina/lo atl'averto ed all'aper• to defecano, spesso negli stessi .~olclii col– tivati, dove i bimbi vengono adagiati se11- Ul riguardo dalle mamme che, assillate dal lavoro. 11011 rrova11011ea11clte il tempo per recarsi ad a11i11gereacqua, siccl,è si servono pi11tosto di quella d'irrigazione a tutti gli usi• - scrive in proposito il Gra– vagnuolo, citato da Mnzzi1clli (png. 146). Questa causa di natura pedologica è pu. re e forse piì.1 panicolarmcntc evidente se si osserva la rapida e profonda diffu– sione e la persistenza dell'anchilostomiasi nelle provincie di Messina e di Reggio Calabria, i cui terreni argillosi provengo– no da una stessa roccia :,,cis1osa che co– stituisce i Monti Peloritani da un lato e !"Appennino calabro dall'altro. L'anchilostomiasi fu poriata a Messina verso la fine del secolo scorso da alcuni operai - infetti per aver lavoralo al tra– foro del Goliardo- che furono adibiti ai lavori di scavo della galleria Pclorilan::-. In pochi anni la mala11ia si diffuse in quasi tutti i paesi della pro\'incia. fino a Taormina al sud e rino a Patti a nord-o. \·est: un totale di 50 località. Con il com– mercio, attra,·erso lo strclto, ben presto dei focolai di anchilo:-.1omiasi furono regi. strali anche in Calabria: sulla costa joni· ca, da Villa S. Giovanni a Giojosa, 35 lo– calità, compresa Reggio, \'Cnne10 colpite. Nel 1933 alcuni casi furono denunciati an. 397
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