Volontà - anno XIX- n.6 - giugno 1966

sra sia pure la tattica di De Marchi, 111a se non lo è, egli è in buona fede, non mi posso spiegare il st<o scritto se non immaginando che per lui bisogna essere degli il/11111inatidalle teorie reichiane e dei partigiani della libertà sessuale incondi– zionata, oppure bisog,ia essere dei sessuo· /obi e dei reazionari che la libertà ses– suale vogliono ad ogni costo reprimere ed ostacolare. Per lui apparentemente è inconcepibile che si possano dire s11l ses· so le cose che ho detfo senza essere ses– suofobi e reazionari, ma vale11dosi di una esperie11za di quello che è e di che effetti reca la libertà sessuale, quale l'ho vista e la vedo ogni giorno prc.ticata in certi strati e segmenti della società inglese, quale l'ho vista praticata da una comuni– tà anarchica di reichìcmi e quale in 11011 piccola misura l'ho praticata io stesso. Che io non sia il sessuofobo che egli im– magina glielo p11ò dimostrare, non quanto ho scritto quando ero più. giovane, ma il mio ultimo volume di poesie « Ouand l'aube se survit,. pubblicato in Francia alcuni mesi fa dalle edizioni Subervie. Mi sarebbe piaciuto discutere l'afferma– zione di De Marchi, secondo cui " la v,i• sionc: anarchica si basa su una profonda fiducia nel carattere naturalmente anno· nico del rapporto tra individuo e socie– tà», ma della fede nella natura umana in relazione all'anarchismo già ho parlato nel numero 2 di Volontà, e un mio scritto sulla fede anarchica apparirà prossi111a- 111enrein "Noir et Rouge», mentre in un articolo che sto approntendo per Volontà avrà occasione di parlare di 11n anarchi– smo che "il carattere naturalmente anno– nico tra individuo e società » rigetta come una colossale bugia. Certo, se avessi trat– tato ora di tali argomenti, le pagine di Volontà ci avrebbero guadagnato, perchè di polemiche nella stampa anarchica ce n'è già a sazietà e so110 di solito poco edificanti. Per render pan per focaccia <I· vrei dovuto dire, come è stato detto da altri, per esempio a proposito di D. H. Lawre11ce, che sessolatri e sessografi so,10 spesso degli impotenti, opp1ae, per di. fendere il mio buon 110111e, avrei potuto ricordare come il mio anarchismo sia pro– vato e di antica data, e come goda del rispetto di quanti compagni mi conoscono personalmente, noncl1è di una certa ripu. razione internazionale, lodandomi ed im· bronda11domi, e meritandomi la clif/ìdenz.a, se non addirit111ra lo sprezzo, d'og11i per. sona di retto sentire. Cionmwerta11to ho seri/ to q11a1110 sopra per attirare con un esempio l'a1te111Jone sul malcostume che vige in tante polemi· che s11lla stampa anarchica, ed augtiro che possa servire di monito. Se si vuole polemizzare si può, e secot1do me si de. ve, cercare dt praticare quella preziosis· sima, seppur difficile virtù, che si chiama l'onestà intellettuale. Non si deve per e– semvio esporre al ridicolo o all'obbrob– brio uno scritto, rrascurw1done tutta la parte sostanziale e vitale; non si devono fare affermazioni categoriche su persone e su falli senz.a informazioni su/ficienle– mente precise; 110nsi deve sopratlut/o ar– trib1dre a un autore opinioni che non ha mai espresso, specialmente quando si sa che ne ha espresse di esattamente contra. rie; e non si deve vorre in questione l'a· narchismo di un compagno perchè le sue idee non coincidono colle proprie, special– mente quando 11011 si conosce nè il com· pagno nè l'opera sua. Tutto questo invece il De Marchi ha fatto, imemiona/me11te per la causa del sesso, ma di fatto per quella del malcostume. GJOVANNr BALDELl..f 381

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