Volontà - anno XIX- n.6 - giugno 1966

versa dalla «collettività». Infalti, per l'anarchico non può esserci un prole– tal"io, un borghese che fa capo al ca– pitale, oppure un aristocratico della mentalità vertente alla propria fami– glia cd alla protezione di questa con mezzi più o meno leciti od illeciti, ma non può per lui avere ragione d'esse– re che l'amore indiscriminato della persona verso l'altra persona. Ora, nè con la chiesa nè col partito non è pos– sibile pervenire a tanto: occorre esser fuori di questi vincoli, com'è altret– tanto necessario, in linea d'analogia, esser fuori dalle passioni sfrenate cau– sate <lai nostri sensi. Mai cume oggi !'aristocratico de!lo spirito, da non confondersi con quello che si potrebbe chiamare, in linguag– gio mistico, aristocratico della carne, ha il suo ubi consistam, e dai tanto ca– lunniali anarchici spira se non altro un soffio di liberazione, come pari– mc-nt i soffia dall'anima del vero rcli– iiioso al di fuori dei credi canonici di fronte a colui che si agita nell'ambito della credenza governata dai sacerdo– ti cli qualsiasi confessione. C'è qui, però, da chiarire una que– stione di non lieve momento. Si dice e si i-ipck che la posizione spirituale dei democratici in genere e dei comunisti in ispecie, come pure delle chiese e dei pontefici, è da riguardare cssen- 7ialmentc in senso transitorio, come gioso quanto sotto quello sociale e po– litico, dato che fo battere agli imprepa– rati un cammino che ci sembra propria– mente in antitesi con quello che aspi– reremmo fosse percorso. Ma non do– vremmo piuttosto metterci bene in men te che gli animi da lunga pezza assue– fatti ad esser conculcati dalle ccclesiae e dalla servitl1 spirituale delle dittature tanto pil.1 difficilmente si libereranno da della servitù quanto più permarran– no sotto quei gioghi? Prewdiamo qui tma facile obbiczio• ne. che potremmo affrontare con faci– lità. Si farà subito notare che le demo– crazie stanno propriamente al polo op– po~to delle dittature, e quindi il no~tro rc1gionamento cade appunto nel raffron– to che prclendiamo di tener valido. Ma c:hi potrebbe mettere in dubbio che, anche dal punto di vista terminologico, la d::!mocrazia come noi generalmente la intendiamo, è spesse volte una vela– ta autocrazia? Non ci vuol molto a pen– sare ed a persuaderci che le sinistre po– litiche favoriscono i sinistri, come fan– no alt1·cuan10 le destre coi destri. Si farà notare che i sinistri sono sempre i meno abbienti dal lato economico; in altre parole, coloro che hanno bisogno di maggiore aiuto per soddisfare le ne– ce.c::sitàcorporali, le quali hann,o sempre riflessi su larga scala sulla parte psi– cologica e morale, ma non dev'essere in alcun modo del to che sono i denari (che via aperta per condurre appunto a Giovanni Papini chiamava religiosamen– qucl che in questo momento storico te «sterco elci diavolo») a creare l'uomo noi riterremmo già come quasi, se non libero, vale a dire etico. li denaro si ri– totalmenle, realizzato. Tn altri termini so!ve il più delle volte in una prigionia non terremmo conto. come si dovrebbe, morale; fa della persona un automata, della patente impreparazione ètica del- tutto dedito alla conservazione delle l'.!masse popolari. Siamo d'accordo che sue ricchezze, non importa se ereditarie una tale impreparazione effettivamen- o bene o male acquistate. E' ciò che non te M1ssiste, tanto sotto \'aspetto reli- riuscirono a vedere Marx e Engels, teo- 364

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