Volontà - anno XIX- n.6 - giugno 1966

tanti che si andava allora ::iffcrm::indo e che è una delle conquiste fondamentali dc11'800. Ahro aspetto fondamentale è il suo sistema ideologico aperto, il concetto che Ja realtà è troppo ricca e complessa per essere chiusa in schemi (è questo un atteggiamento particolarmente rispettoso verso la vita), per cui egli rirugge da ogni semplificazione e domma1ismo; e se questo può riuscire un elemento allon– tanatorc verso molti (che spesso lo hanno definito incoerente e con[usiooario), da altri invece può essere ritenuto un atteggiamento essenzialmente giusto verso la 1·ealtà. Per cui, ad esempio, se egli in una parte della sua opera e in un perio– do della sua vita, dice che Ja proprietà è il furto, in altra parte e m periodo po– steriore affermerà che la proprietà è la Jibertà, nel senso che una determinata forma di proprietà, ben delimitata e direttamente gestita, è l'unica difesa dell'in– dividuo contro Io strapotere dello staio. Ora ciò non significa che sul finire del– la sua vita egli Cosse divenuto un reazionario, come altri ha prcfcnto credere, ma solo che ha avuto la pensosità ed il coraggio di guardare dall'altra parte della medaglia. E per cui ancora egli. che aveva detto • la religione è il male• e che era tanto nemico della chiesa, sarà invece contrario all'abolizione del potere tcmpor~lle, anche se pontificio, che· uno stato grande italiano (egli è contro l'ac– centramento del potere). Un altro aspeuo rilevante è la lolla costante che ha condotto contro il prin– cipio di autorità, sia esso rappresentato su! piano filosofico da Dio e dalla Tra– scendenza che su quello politico dello Stato (anche se egli poi ristabilisce l'equi– librio facendo l'autoritario in famiglia). Questa lotta allo statalismo è dirci forse l'aspetto più originale che lo di– stingue dagli altri pensatori socialisti ç dalla scuola di Marx. lnoltre una simile impostazione sposta il dibattito dalla lotta palitica e ideologica tra gli Stati all'in– terno dell'uomo e delle forme di organi7...zazione della società; e vale la pena di indagare se si debba dare credito al principio della necessità e indispensabilità del potere statale, e non si debba ritenere piuttosto che vada promossa la facol– tà di autogoverno degli individui e dei gruppi, per cui ciascuno si regga da sè e la società si regga attraverso forme equilibrate di libera associazione, di mutua– lismo e di federalismo. Le radici degli atteggiamenti prouclhoniani sono essenzialmente affondate nel– l'ottimismo (in tal senso egli è un figlio del razionalismo settecemcsco e in tale sen5,o il suo atteggiamento è vitalistico: la fiducia dell'uomo in sè e nella sua autonomia); d'ahro canto affondano in un profondo rispetto della vita (in tale senso egli è partecipe dell'j!lemento irrazionale, nel senso appunto che tulio non è razionali.aabile); questo legame dell'uomo «razionale• con la complessità del– la vita. è uno dei fattori della sopravvivenza (la razionalizzazione assume spesso aspetti distruttivi della vita. e d'altra parte è la base del rispetto umano reciproco. E' proprio questo senso della complessità della realtà, non riducibile a for– mule semplici e chiuse, che spinge Proudhon, unitamente alla fede nei principi sanciti dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cilladino, a seguire la re- 328

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