Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966
del Lukacs che ritrm:a nell'opera dello Zo· l:1 una serie di quadri staccati ad una col porsi di ncrsonaggi, che sono spetta• tori e non actori rispetto agh anenimen– ti che si !>VOigonoe li coinvolgono. Chè, ancora, difficilmente si può rinvenire il car,1t1c1-c di sp.:ttatorl.! nel personaggio dell'abate di Pl:lssans, ch<.•cm,truiscc pie– tra !>Upietra, giorno dopo giorno, con te– nacia e ostinazione. Nè ~pl'ttntricc e vi• sh·a è Gervai,c, che si spezza le reni al lav;1toio, che cerca di Slrappare il marito nl vizio. Ed :rncora uomo contemporaneo nlla propria cf>OCa è Eticnne che porta tra il buio e la corn11ionc della miniera una fa, illa di rivol!a e di speranza. r lo· ro riui, le 1010 parole (non quelli delle u!timc pagine dove la <;cìcnza assoh•c il mali.: umano, assumendo pienamente su di sè i guasti cic\la ereditarietà dei ca– r:it1cri) non sono l'rm serie di clementi csie1 iori e ineali gli uni agli altri, ma, al cont1ario, la rnanifcsta;donc di una vi– ta, che .si fo e si logora nella pO\erlà e nella coscienza dcll'oµpressionc socfolc pa· tita. Mai come nell'Assommoir, in Pot– bouille, in Cermi11ai, nella Terre l'abbrac– cio ddl'ambiente si i: fotto greve, oppres· sivo, soffocante, forza :m1ago11is1a e pro– tagonisla, seppur non totalmente e defì– nith·amente t I ionfante. A dir \Cro, il Lukacs, :-viluppando I.i su.i tesi, non si limita a registrare in tmilc Zola la prcscn1:a m:lssiccia delfo componente descrittiva, ma cercn di dar- 11e ragione. Egli 1.-. ripo1 ta al fallo che lo scrillore francese ha incominciato a scri\'Crc • dopo la battaglia del due giu– gno, i11 una sociPtcì borghese già (issata e costituita• ( 14) e, per questo stesso, il suo dfiu10 s1 ec;p1 ime sul piano psicolo– gico in un moto di odio e sul piano socia– le in una deserta solitL1dine. Lo scrittore si pone, aggiunge il Lukacs, di fronte al– la -;ocietà bor1,rhcse come un critico e 294 rome un ossc1·va1orc, che dmane • 11et. J'i11varcabile cerchio magico dcll'<mg11stia me11to.l!! del progressivismo bo,ghese-. (15). Ma, ccsì operando, il Lukacs cade nelle secche ciel materialismo volgare che con· sidcra le idee giuridiche, filosofiche, re– ligiose e lc11crarie come un riricsso della struttura economica, e sulla c1uale non hanno alcun potere reattivo e corretti– vo. Ch~. in dfetti, per il filosofo unghe– rese il partecipare sta al narrare come l'osservare sta al dcscrh•crc; e, dando un nome ni due stili e ai due atteggia– menti verso la realtà, Balzac sta alln s1oria della d<.•cadenza aristocratica come Zola sta a quella cldla borghesia napo– leonica. A un errore di analisi si sovrap· pane, a questo punto un errore di lcO• ria. A mc pare che non esista e sul ter– reno della prassi e su quello della tco– rin un necessitante rnpporto di dipenden– za gre,·c Ira capi1:,lismo e arte, tra I.i società r.apolconica e Zola. I rapporti tra storia e arte, indubbiamente, esistono, ma ~ono indirclti. pcrchè l'opera d'arte è coinvolta col presente, ma non soltanto con esso. 11 mondo storico-culturale di ~mile Zola è pur quello dcll'c.poca di Na– poleone il piccolo, ma le St.Jc immagini. <:ia pm e pnllide, sono rinvenibili anche nelle socic.'tà moderne, bacate dalla ric– chcua e d::tlla corru,ione. Nnnà è una cortigiana dal sangue guasto, la mosca dalle ali d'oro, quale sollanto la socielà borghese del tempo pote,·a coltivare e portare a! 1rionfo; ma il milo della car– ne, che ella volle rappresentare ad una colla vendetta delle classi popolari fa parte della storin scandalistica dei nostri giorni. (14) Gyo:g, Lukacs, N•rrare o dtscrlvett, J)Og. 185. (15) Gyorg, Lukan, l'er Il centenario di Zola, p:i:;. 118
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