Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966

E' questa povera stanza di serv.i, dun· que, che dà la misura della sconfitta di Octave e Bcrthe. percepita, appunto, dal duro commento dc ses nmrs sales, de sa pauverté. L due amanti av\ 1 ertono ormai tutta la sordidezza della loro relazione sl.!nza amore e senza calore. Come una trafittura di spillo l'ambiente, questo run– bientc, che non è testimone inerte e pal– lido o povero scenario, richiama alla real· I~ della situazione i due adulteri. Con questa dc<,ctù.ione, che finisce col dilun– garsi. noi entriamo, dunque, nel cuore dei due amanti cd è un sorfio di poesia che alita e non può essere ~morzato: lo ambicnle, seppure non organismo, è or– gano, che non può essere scisso o cli· minnto senza che la vita ne risenta nel suo svolgimento. Così pure in Germinai la descrizione del Vorc.ux, il pozzo in cui si consuma una gcncra;,ionc di onesti lavoratori, non testimonia di un romanticismo, che ritor. na ad allignare nell'opera. nonostante le in1cn1:ionc dello -.critlore (12). li pezzo va. race e dis1r1.111ore\li\'e non di vita auto– noma, ma nel commento costante dei mi– natori, pcrchè esso nell'immediato è la fatica, che abbrutisce, è il dolore, che de– bilita, è l'angoscia di una condizione opc– r..-iia, e nel mediato è la morte, che può colpire improv,•is.1, brut,ile, senza pietà. Oa qui, da questa paurosa presenza del Vorcux i minatori si caratterizzano come sfruttati, che prendono coscienza del lo– ro stato. Le sue proporzioni, la sua for1:a prc, arica1 rice, il suo dominio ingigrmli• scono, si dilatano nel rappcrto coi mi· nalori, numerosi, ma deboli, protestatari, ma disorgani21:1ti. E se il Voreux acqui– sta una sua propria dimensione, se si stacca dal resto e dal contesto per identi– ficarsi in un Molo;.:h pauroso e rnpace, ciò avviene, pen.:hè esso I! prerentc:, come il cuore nel petto umano, l'azione di Quel- l'cserci10 di straccioni e di morti di fa. mc, perchè è lì, miniera nella miniera, quotidianamente, a dir di no alla luce, al sole, alla felicità degli uomini, dei bim. bi, dei ,cechi martoriati e storpiati, degli animali, perfino. JI Voreux vive di que– sto commento umano e, perciò, acquista :-.u~gestione. Esso non è l'altro, una for.:a qualsiasi, una delle tante for1:c oppressi– ve; non è un'ipostasi come dio satollo e infingardo del capitale o suo can da guar– dia. Il Vorcw.. è una potente forza anta– gonistica ai minatori. Oscura. e minaccio– sa nel suo fondo tetro, richiamatrice di oppressione di fatica al di fuori di es– so (13). Si peni.i alle parole della Maheu (Quando penso che il padre, il nonno, il padre del 11011110, tutti quelli che sono Slllfi prima di noi, hanno sofferto quello che 11oisoffriamo, e che i nostri figli sof• frirmmo ancora, dive11go pazza e prerl– drrPi il coltello). Ed è in questi pozzi minerari che Eticnne accelera la matura– zione della sua coscienza di rivoluziona– rio, che ha gli slanci e gli abbattimenti di chi sa di a\'cr innanzi a sè e contro di sè la forza sordida del capitale. Il per– <,onaggio Etienne non si spiega senza la lotta di classe, che non appare nel ro– manzo come uno dei • sricri » principi di CArlo Marx, ma come una realtà quoti– diana, pronta aù esplodere per dare luce al nuo,·o. L'ambiente, Quell'ambiente con. 1ro cui protesta la M:ihcu e si balle Etien. ne, è definitore delle coscienze, è illumi– nazione interna dei protagonisti che ora schiaccia e dai quali, t:ih-olta, è schiac– ci :i.to . Dopo questo. credo non abbia più al– cun valore di critica seria l'affermazione ( 12) Armand Lanoux. op. clt., pag, 241 (13) Cfr. Erich Aucrbach. Mimcsis, Il reali– smo nella lelfcratura occidentale (Einaudi, To– rino, 1964). 293

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