Volontà - anno XIX- n.5 - maggio 1966
E invece, purtroppo, presto o tardi viene sempre il momento del « miracolo». Mentre, in te111podi pace, lo Stato si lamenta continua– mente di essere oberato dai debiti, come un Atlante piegato dal peso del mondo, in tempo di guerra le cose e i discorsi si capovolgono come per incanto. Se prima «piangeva miseria►>, viene il momento in cui, con entusiasmo, non solo si accolla il completo mantenimento di milioni di uomini sotto le armi, ma pure l'esborso del sussidio a tutte le famiglie dei richiamati ... E lasciamo stare tutte le altre spese. Il miracolo si dilata pure in senso, chiamiamolo così., morale. Per quallro, cinque e magari dieci anni non si sente più parlare nè di colossali disavanzi, né di bilance commerciali in pericolo e nem– meno di debiti cronici. Lo Stato, qualunque sia il suo colore e il suo credo, e d'altra parte come un gigantesco e strabiliante prestigiatore, fa uscire dalle sue maniche senza fondo risparmi e ricchezze di ogni genere; senza tanto pensarci sopra e senza stancarsi. Si riposerà dopo, quando i poveri e gloriosi combattenti ritor– neranno ai campi e alle officine. Allora, come il goldoniano Sior Tò– dero Brontolon, lo Stato tornerà alla sua puritana avarizia; bronto– lando a destra e a sinistra contro la cattiva volontà ed i cattivi pen– sieri dei suoi irrequieti cittadini .. Ripeto che sicuramente non ho ben compreso la sostanza e lo spirito di un tale miracolo economico, così come un ateo non sa com– prendere come gli angeli siano stati capaci di trasportare la «casa santa" dalla Palestina alle Marche. Insomma non riesco a capire co– me qualche sciopero (che chi ha in mano le redini ha imparato or– mai come si fa a renderli economicamente inefficienti per chi effet– tivamente lavora) possa avere la forza di mandare in rovina una na– zione, e che tale potere non l'abbia invece una lunga guerra .. Perciò è probabile che un tale ragionamento sia del tutto o alme– no in parte errato. Ed a proposito accetterei umilmente e volentieri un chiarimento da qualche ferrato cd illuminato economista. Matematicae società Dì fronte al lavoro, l'uomo fu un buon «calcolatore », in quanto comprese che la quantità delle cose veniva grandemente moltiplica– ta; ma, nel medesimo tempo, fu un pessimo «matematico» (poiché si 270
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