Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966
e la polemica anticlericale sarebbe una stonatura antiprogrcssista ed uno sviamento dagli obiellivi comuni. Non ci si accorge che questo ravvedimento ecclesiastico non è u– na cosa seria, che la storia della chiesa è tutta una storia di ravvedi– menti e riaggiornamenti. Non ci si accorge che questo progressismo consiste proprio nel rendere innocua e frammentaria ogni istanza di progresso, toglierle ogni mordente rivoluzionaria, disgiungerla da progetti globali di rinnovamento. Basterebbe che in qualsiasi settore, dal sondacalismo al pacifismo, le cose andassero al di là dei limiti imposti, perchè la maschera del progresso vada in polvere. La compiacenza progressista del clero può rapportarsi alla man– suetudine dei militaristi italiani. Chiesa e militarismo rimangono quel– lo che furono sempre, conservano il loro vizio di natura anche se qual– che volta perdono il pelo, rimangono cioè organizzazioni assolutiste di potere e di sopraffazione; il loro temporaneo democraticismo è pura– mente strumentale e suggerito dall'opportW1ità di inserirsi e impadro– nirsi di una nuova realtà dopo il fallimento di passate esperienze. Ba– sti vedere come la chiesa intende la libertà religiosa, il doppio signifi– cato che acquista tale rivendicazione a seconda che sia posta in Italia o in altri paesi. Negli stati sovietici essa significa libertà di esercitare il proprio culto anche a proprie spese cd è sintomatico come i comu– nisti pongano il problema della libertà soltanto come libertà religiosa e non di pensiero. In Italia la libertà della chiesa significa invece li– bertà di eliminare ogni espressione che non sia confacente alla mo– rale e ai dogmi cattolici. Non vogliamo sgranare il rosario delle soper– chierie ecclesiastiche in tutti i campi della società italiana: è un fatto quotidiano che abbiamo tutti sotto gli occhi, a tal punto da accettarlo come fallo normale. Ed è qui il lato sinistro della faccenda. Vi sono ingiustizie e mortificazioni che i popoli han vissuto per lunghi secoli senza accorgersene ch'erano tali, ma accettandole come fatti normali appartenenti alla loro vita quotidiana. Allo stesso modo che oggi ac– cettiamo le sopraffazioni clericali, l'economia del profitto, la prospet– tiva della distruzione atomica ed altre cose del genere. Scoprire l'as– surdo quotidiano della nostra vita significa risvegliare le coscienze al– ]a verità che è sempre rivoluzionaria e che trova sempre contro di sè le stesse cariatidi della menzogna: militarismo, preti e padroni. ALBERTO MORONl 195
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