Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

uomini, subi3ce l'effetto neg:lti\'O di una situazione così forma, insomma, Od rcs10 quelli sono proprio ambicr.ti dai quali non viene nicnle o qu:.1si niente; se viene qualcosa, possono essere dei conlributi di lipo filosofico, scientifico o tecnico; forze che non sono eia disprczzc1re, ma non basiano. Qui bisogna dire una cosa abbastan;,a importante; noi, insisto e lo ripeto, noi sappiamo molte co~c, ma l'atteggiamento dell':.1narchico in genere è quello cli una cultura e di un interess:1men10 di tipo enciclopedico, soprattutto di tipo enciclopedico-politico; il che è negativo. Noi ci facciamo abbacinare e trascinare dai temi delle grandi lotte politiche, che i politici ci indicano, ma che non sono le lolle vere; cc le indicano appunto per deviare cert:1 rC'azionc naturale nd confronti dei problemi immediati; lolle che ci deviano e ci portano a discutere di cose che hanno poc:1 influenza sulla vita di ogni giorno. Di filosofia io ne parlerei poco, perchè oggi il suo apporto è modesto; ma nel campo della scie1ua e della tecnica i contributi sono abbastanza ampi. Per e'iempio esi~tono fenomeni che sono microscopici. D. accennava prima ai rap– porti che il neo capitalbmo sta creando nel mondo. Sono cose di una importan– za e!>tr~ma, pcrchè se le congiungiamo agli strumenti che la tecnica offre, l'au– tomnzione, la cibernetica, i cervelli ele11ronici, ccc. sono strumenti di potere veramente formidabili. oi invece non abbiamo ancora esaminato questi pro– blemi, n~anchc anali;,.1.ati; siamo .tdclirittura impreparati a discuterne. Di fronte ai problemi clcll'.tutomazionc il nostro atteggiamento qual'è in genere? Riven– dichiamo la settimana delle 36 ore, rivendichiamo la settimana delle 30, domani arriveremo alle 24; cioè assumiamo un :\lteggiamcnto che è radicale solo sul piano sindacale. Quindi ci poniamo sullo stesso piano elci sindacati, solo pre– tendendo quel qualcosina di più, in realtà non affrontando il problema; percht: sono com 0 into che domani, alt r~wcrso la massima automazione delle soluzioni produttive, sarà risol10 il problema di lasciare alla gente il massimo cli libertà. Domani ci possono benissimo cbr la possihilittl di ottenere tulio quello che vogliamo senza lavorare. Ma cosi non è risolto un ben niente dal punto di \'bla anarchico. Il pro– blema è cosa fare di questa nostra libcrlà. Come aver influenza su qu~llo che si deve produrre e ~u come si deve produrlo. E' una questione di potere reale e di felicità delle persone; e questa la co~a importante cklla quale noi restiamo estranei. Le 24 ore non l'hanno risolto. sono convinto che se noi chiedessimo ai futuri governan1i di firmarci una cambiale per le 6 ore 3ettimanali, con le ferie pagale e strapagate ecc., lo farebbero! Non gliene frega niente della gente che non lmora, purc-hè non faccia certe cose durante le ore di liberlà; questa è la cosa importante l Invece quello che a noi inler~ssa di più è proprio poter fare quello che vogliamo, cioè essere liberi di decidere le sorti della nostra umanità. Mentre il po1~1e è questo: decidere della sorte degli altri. E' qui che l'anarchismo perde la su:1 battaglia: perchè si occupa di politica (questa è la C()Sa negativa), ;:'Lnchequando apparentemente non lo fa. Perchè noi abbi:lmo due temi: o la politica elci partiti e allora ne analizziamo la loro condotta e facciamo d.!lle grandi critiche (il che è giusto), però senza riuscire 212

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