Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966
Da C. e da D. ho sentito parole di lotte, di combattere. .. Sono cose vecchie anche queste, veramente. Guardjamoci bene intorno; quello che io posso fare, quello che tu puoi fare nel tuo lavoro e io nel mio, lo chiamiamo lotta? Non esageriamo, fa ridere, è donchisciottesco; diciamo che quando possiamo innuen– ziamo i nostri compagni di lavoro; questa è l'unica cosa positiva che facciamo. Ma dove lottiamo nel vero senso di una seria lotta operaia? Non diciamo mai cose tali per cui la direzione ci sbatta fuori o ci licenzi. Fin che siamo pii, o meno tollerati, è una lotta abbastanza comoda; perciò non chiamiamola più lot– ta, diciamo che facciamo un certo tipo di propaganda diretta. Lotta, militante, combattere, sono vecchie parole che non corrispondono alla situazione auuale; non dico di tutti perchè c'è gente che si fa buttare fuori dalle aziende. Ma il 90% di quelli che dicono di combattere o sono ritenuti combattenti, non lot– tano affatto. L'indagine cli D. mi ha un pò stupito, perchè mentre si doveva parlare della vitalità dell'anarchismo o meno, lui ci ha fatto la storia della mone del movi– mento sindacale. Sono perfettamente d'accordo eh-e anche questo è uno dei tan– ti morti ... D.: - Quanto all'anarchismo, se vive, deve ~caturirc appunlo dalla lotta sociale che oggi non esiste. A.: - Allora non si deve dare la colpa al movimento sindacale nè dir;:, per e– sempio, che le moltitudini non ci sentono perchè sono intontite dall'ultima guer– ra. Questa è una realtà di fatto: cerchiamo di clisintontirli. Mi pare dalle tue parole che tu tentassi involontaiiamente di buttare la colpa sugli altri. La colpa invece è tutta nostra. Ognuno deve pigliare le proprie responsabilità. D.: - Non si fanno processi a nessuno; si tratta <li esaminare la situazione: si parla delle cause che hanno estrom'.!sso l'anarchismo dalla realtà presente. Sic– come l'anarchismo è l'espressione più decisa della lotta sociale, venendo a man– care questa, soffoc.11a dai problemi di potere e dalle minacce della politica di potere, viene a mancare anche la presenza anarchica. A.: - Insomma, quando tu hai citato quella famosa massima che è abbastanza bella, ma fa sorridere «Anarchico è i1 pensiero e verso l'anarchia va 13"Storia», io penso che è uno degli sglogans che non vogliono dire niente, perchè allora nell'anarchismo ci sta dentro Danvin, Nietzsche (al quak si sono abbeverati i nazisti, anche s-e lui non ne aveva colpa), Galileo, Pit.1gora. Mettili tutti allora! Se ogni volta che. uno pensa in maniera libera è anarchico, allora basta! Quelli che sono liberi pensano liberamente e allora l'anarchismo non è più niente. D.: - L'anarchismo ha sempre valorizzato le innovazioni del pensiero, in tulli i campi. Si capisce, anche Galileo ha valorizzato e può \lalorizzare l'anarchismo. lo lamentavo ciò: dato che c'è Ja mancanza di questa presenza rivoluzionaria; mancando appunto una realtà di lotta sociale, manca anche questo aspetto ri– voluzionario della lotta sociale, cioè le espressioni n.1turali del pensiero. Perchè il pensiero è anarchico, perchè quando si manife$ta (ed è raro che ciò acca·da) 209
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