Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

lere; all'Est il potere si chiude sopra una volontà popolare la cui preponderanza gius1ifìca l'esclusione di tutte le contraddizioni e la cui ortodossia s'oppone, in futuro, ad ogni alterazione•· • La formul:1 del potere aperto non è il prodotto di un ragion:1men10 teorico. Essa si sviluppa lentamente da una pratica politica preoccupata cli conciliare 13 sovranità ciel popolo con il rispello della libertà in– dividuale•. • Con il regime del potere aperto, i governanti non godono di alcuna legillimità indelebile: la loro investitura non è giammai definitiva; essa si ac– quist:l giorno per giorno: La primn preoccupazione loro è perciò di reggere. E parimenti, quella degli avversari è, :mzitutto, di rovesciarli». Sino a quc1ndo per potere aperto s'intenderà un potere eh:: potrà essere con– quistalo dalle maggioranze, nel gioco di .. reggere» e di .. rovesciare,., siamo ben lontani dalla democrazia sociale L:ome noi l'abbiamo delineata, seguendo tra l'altro le acute osservazioni di Burdeau. D'altra parte se la democrazia marxista esprime un potere chiuso, e cioè una liberazione imposta, anche qui non può non venir meno la democrazia sociale. Ed è su questo punto che si è posta la polemica fra Marx e Bakunin, e quindi la rottura al quinto Congresso dell'Inter• nazionale, nel settembre 1872, fra autoritari e anti-autoritari. La liberazione di ogni individuo non può mai essere operata dall'esterno, se mai può implicare un'operazione pedagogica, ma sempre quando nel rapporto educativo si escluda ogni pressione o peggio violenza. La liberazione per coloro che non hanno pri– vilegi è una conquista che si esplica nel mondo esterno, ma per gli altri (e parti– colarmente per noi che in qualche modo siamo sempre privilegiati) è tulta una conquista interiore. Ricordiamo queste parole di Camus: « La libera~ non è fatta di privilegi, ma è fatta soprattullo di doveri. Dal momcnlo in cui ciascuno di noi cerca di far prevalere i doveri della libertà sui suoi privilegi, da quel momen– to la libertà è capace di servire eflìcacemenle la giustizia•· Ed è per questo che la democrazia non può avere un volto cangiante: se c'è nel mondo moderno una spinta alla democrnzia sociale - e naturalmente questa spinta non è nuova ma antichissima, anzi coeva all'uomo, in lui naturale - quesla :,pinta non può che avere una direzione, la partecipaz.ionc di tutti gli uomini al potere che essi producono. La libertà-partecipazione che Burdeau ha messo così bene in evidenza, è una libertà che tende ad essere totale, impli– cando in tutti gli individui nuovi diritti e nuovi doveri. Già la proprietà è in .:risi e non è più intesa come la capacità di poter disporre di un bene. Ci sono i limiti ad ogni capacità di dispcrrc, ad ogni potere, perchè la capacità di dispor– re è di tutti, il potere è di tutti. Questa è la grande verità del nostro secolo, una verità che va chiarendosi proprio nel momento in cui la civiltà e la cultura met• tono in maggiore evidenza l'importanza che ha, nel processo produttivo, la col– laboraz.ione e l'interdipendenza. 11 volto della democrazia è l'autogoverno, e il metodo della sua attuazione è l'educazione. L'uomo libero, e soltanto l'uomo libero, può educare: ma per l'uomo libero le strutture dello stato sono impaccio alla libertà. Insomma l'aulogovcrno è la piena realizzazione della democrazia, è il suo volto, prefigurato oggi non dal sogno degli uomini ma dall'impegno che alcuni vanno ponendo nella costruzione del domani. MICHELE MASSARELLI 190

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