Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966
ropa e sono soggetti all'atmosfera generale che c'è in Europa. Quindi la premes– sa ha questo scopo: collocare bene questa grande crisi, di cui si è parlato pre– cedentemente, anche localmente. Dobbiamo essere in un periodo di crisi, perchè tutti i movimenli di sinistra hanno perduto la loro vitalità, perehè l'Europa in genere è abbastanza mort:1: noi europei siamo tagliati quasi completamente fuo– ri dalla lolla verso nuove forme di associazione, di socialità, di organizzazione. Il mondo che vive, che è fluido, eh~ scopre nuove energie, non è più jn Europa. Si direbbe che 1'800e il 900 - con le grandi guerre che hanno distrutto complt> tamcntc l'energia vitale dell'Europa e quindi il senso d:lla storia che in fondo è quello che ci aveva condouo jn avanti, specialmente con il balzo prodigioso della rivoluziono francese - siano finiti. Noi stiamo alla finestra e il mondo viv~ fuori; noi riceviamo i contraccolpi. Per esemplificare meglio, vccliamo che l'Europa è soggelta al mondo della Rus– sia, all'influenza asiatica, all'influenza americana, sia nel campo economico sia nel campo politico, sia nel campo culturale. Siamo diventati una forza compi~ rnentare in ognuno di questi campi. Se vogliamo avvertire ciò in modo partico– larissimo, il cenno ci arriva dal Nordeurnpa, in cui da 50 anni ormai i socialisti sono al potere, ma il socialismo non viene mai. Ciò è sintomatico; ]a gente ha raggiunto una notevolissima ricchezza economica, ha il benessere ecc., ma non ha raggiunto la felicità, o la serenità; perchè non ha raggiunto una libertà rea– le, piena, umana, non solo politica. lo sappiamo tulti quali sono le ragioni, ma quello che qui conia è che l'influenza dei movimenti europei, politici cd econo· miei - quelli che hanno in mano il potere, che lo detengono, lo aumentano e lo diminuiscono, a seconda della loro azion~ nei confronti dello stato - ha con– dotto il sociabmo :lila bancarntta; e noi, noi siamo ancora più isolati. Oggi la lotta è fuori dall'Europa. Dopo ques!a premessa di carattere generale, la quale inquadra benissimo la nostra crisi nazion,ile e locale (che arriva fino al paesino più piccolo), dirci che ci sono altre ragioni che hanno contribuito ad accelerare la crisi dell'anarchi– smo italiano per parlare più spccificatamenle. lo individuo la prima grossa ra– gione cli qucf:ta crisi del movimento italiano nella stranissima ritrosia - la chiamo stranissim:i. pcrchè non so trovare una spiegazione se non tirando fuori delle ragioni personali e quindi brutte - eh~ consiste nel rifiuto totale dell'azio– ne sindaco.le in Italia. Secondo me, la perdita d'influenza del movimento anarchico italiano è i– nLdata quando ha delibern1amcnte tagliato i ponti con il movimento operaio e sindacai-::;° che, lo sappiamo tutti, è stato principalmente soggetto all'influenza de.I partito comunista e del partito socialista, nel primo dopoguerra. Un movi– mento sindacale chi.!era ed è stato per lungo tempo - lo è ~ncora in gran parte la cinghia di trasmissione dei partiti; ma il movimento operaio era ancora l'u– nica realtà prcs:nle, vivente e agente; là dove si crea il potere effettivo; e re– sta l'unica forza che rc<liizzerà il socialismo, i! comunismo o... l'anarchismo. L'anarchismo ha rifiutato di andare alla fonte del potere reale per controbatte– re i nemici e per cercarne le forme moderne, individualizzandole, estraendole e 182
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