Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

le ge11ert1leed tmo stato di vi1,razio11e di iullo il sistema nen•oso ... » (4). E 110ichéBaldelli Ira affermato che cnes. stm maestro dell'anarchismo si mostrò se– riamente preoccupmo tli questioni sessua– li», mi sia permesso ricordargli Ar– mami come maestro? E' possibile; e se così è, 11011 c'è 11ie11tedi male. Ma poi– cl1è og1111110 sa che fra gli miarchici ve ne f11ro110che tale lo ritennero - e che tale lo ritengono - 11011 sarà male ricordare che egli s'imcressò a lungo di questo pro– blema, che le> sviluppò sotto i suoi molte– plici mf)erti, e e/re ne ritrasse e 11epro– sve11ò dei concetti pre11ame11te anarchici. Trattò il problema in due volumi (5); i11 1111 intero ca11itolo di una ci11qua11ti11a di f)(1gine de L'Iniziazione Individualista (6); scrisse 11011 vochi opuscoli, e v11bblicò u• na i11/i11i1àdi articoli su t11tte le v11bbli– c:,1zio11ida l11i dirette in tant'a1111i: L'èrc nOU\'Cllc, l·lors du troupcau, Lcs réfrao– taircs, L'èn dchors, L'uniquc. Fece parec– chie conferenze, e sostenne ,um1erosi con– traddittori. Nmurfllmente, Armand, anarchico imli– vidualisra asociale, non trattò il proble– ma sollo l'c1sve110sociologico, come Bal– de/li lo trllfta. Come tutta la s11avropa– ganda e cume tutti i problemi da lui trflllflti, 11e cercò la soluzio11e fra a11ar– chici, i,i quella associazione stirncriana che a l11istam a cuore. Così, sia il s110li11- g11aggio,che i suoi co11cet1iso110ben dii• (4) OOTT ANTON NVSTRO.\t: La vlla scssua• le e le liUC leggi (Cap. 1). (5) E. ARMA}.i>: Prostllutlon et Ube:rtl.naKe; Dlxumenls pour une lnlcrprèlallon texualltlc dc l'Jlltolrc. (l'diz. l'rima. Paris 1931); La Revo4 Jut:on scxuclle et la eamaraderle amoreuse (Bdlll Critique et Raison, Paris. 1934). • (6) E. ARMANO: 1.'lnillatlon lndlvtdualls1e n- 1rnrchl~1c (Etli1. dc l'cndchors, Paris • Orleans, 1924) CE<lizionc i1aliana: presso Tito Eschini, Via Panciatici. N. IO Pistoia). 170 ferenti da quelli esvressi dal Baldelli. Chi co11osce a,,,,e11a ap11e1,al'opera svolta da Arma11d, sa come egli tenesse pri11cipal– me11te all'elevazione dell'individuo, nel quale solo credeva. Considerava la Socie– tà e lo Stato come nemici permanenti 11el loro insieme, quallmq11e fosse il loro co– lore e qualunque fossero i padroni del momento, e 11011 si perse 11wi ili battaglie politiche sui fatti del giorno, eccetto elle fosse cosa di staordinaria impsrtanza. li problema sessuale, poi, al quale con– sacrò 1111a gran parte della sua vita, e da cui rirrasse 11011voche amarezze, lo svi– luppò esclusfra111e11te it1 mezz.o agli anar– chici. D'altro11de, come avrebbe potuto avere l'inge11uità di portare in disc11ssio- 11e, in me::z.o al rmbblico, dei problemi co– me la lotta contro il diritto della posses– sio11e dell'essere wmmo e contro la gelo– sia, dell'amore plurale, e soprattullo il pii'I di/fìcile e completamente uuovo, del cameratismo amoroso? E' ovvio clte, mal– grado tutta la sua convinzione e tutto il suo ardore, Armanti comvrendesse che le tesi ardite che stava espo11e11do,11011 era- 110 di facile accesso nemmeno i11 mezz.o agli anarchici, la maggior parie dei qua– li aveva. in questa materia, delle idee pressochè co11/or111iste. l11/a1ti, con no11 pochi di q11es1i,dovei/e soste11ere lunghe lotte e aspre polemiclte ver molto tempo. E f11ro110ballaglie d11re, 110n esenti pur– tropvo da quale/te bassezza, alle quali egli seppe tener fronte con 1111a bella costati· za e 1111amagnifica serenità. Come soven– le capita, le polemiche e i contraddi1tori degeneravano, non 111a11ca11do di rimpro– verargli non poche inesattezze, spesso de• n\•ale da incomprensioni. Così, una volta, rispondeva con calma ad u110 dei suoi i111111111erevo!i co11traddit– tori: « Prima di lasciar proseguire il no– stro amabile co11traddi1tore, teniamo SII·

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