Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966
troveremmo tanti altri da potere, come già detto, istituire apposite biblioteche: da cui perciò la necessità, per principio, di lasciare il meno possibile di sottin• tesi, .inche se questo certamente è sem. pre pericoloso. Analogamente difficile, per esempio, è credere che il costo del male, in sè e per sè, talvolta è assai meno della spe• sa per studiare il male medesimo e :-en– derlo noto. Eppure, sohanto a conside• rare la ca'rta impiegata (o sciupata) per pubblicare il male si potrebbe, senza esagerazione, immaginarla a chilome• tri cubi. Mentre ad esempio normal– mente si crede che una guerr?. finisca col trattato di pace, la realtà è che una guerra può avere conseguenze millena• rie od eterne, sia pure per le sole spe• ,;e occorrenli per tramandarne Ja me• moria. E se non crediamo che la crisi di questa società ci costa individualmente almeno parecchie centinaia di migliaia di lire al giorno è anche perchè non vo. gliamo renderci conto degli abissi, dei retroscena, dei meandri in cui questa crisi si nasconde, limitandoci invece al• la SL:pcrfice, mentre anche una crisi SO· ciale ha i suoi strati profondi ed occul– ti, che dovrebbero essere studiati pro– prio come si studia la geologia. D'altra parte c'è una istintiva rilullanza fisica o psicologica a modificare il nostro «inrnngibile» ordine di idee, come qua– si a dover subire un affronto, o un in· ten•ento chirurgico. Passando ad altri aspetti della strul• tura della società (la cui conoscenza, come si vede, non è di scarsa importan• w) si calcola che per mancanza di un unico sistema metrico internazionale e. steso a tutto il mondo, l'economfa mon• diale perda tutlora giornalmente centi· na!a di miliardi di lire, e ciò indipen• 152 dentemente dal fallo che, anche nel ca· so positivo, resterebbe pur sempre l'in· conveniente del traffico delle misura– zioni in sè e per sè, jn quanto, per grandissima parte, in una società razio• nalc, verrebbe meno anche questa esi– genza. Si crede che per le 2500 lingue che si parlano nel mondo, in difetto di una lingua internazionale, si perdano tanti miliardi di lire quante se ne spendono per rr.antenere le forLe armate. Tornando a leggere le critiche di WiL liam Vogt su certe aberrazioni dell'e• conomia americana ed asiatica incon• triamo un problemuccio di densità de– mografica. Ebbene, uno degli innume– revoli casi di cui dovrà anche occupar• si !'«amministrazione mondiale» sarà ir•dubbiamente qu~llo di un'equa dist:-i– buzione territoriale della popolazione, la cui attuale situazione nasconde an· ch'essa altre gravissime perdite. Viene poi toccato (oltre a quello di una stampa esclusivamente mercenaria e socialmente deleteria) il tasto della pubblicità economica, che secondo cer– ti calcoli infligge giornalmente all'eco• nomia mondiale perdite di oltre cin– quemila miliardi; ma questo, s'intende, in rapporto a una società razionale, do– ve - per non dire altro - anche la pubblicità economica sarebbe, oltre che inutile, anche ridicola Naturalmente quei contadini dell'A· merica latina (e di ogni altra parte del mondo) che sono costretti a lasciare il grano alla mercè dei topi per mancanza di magazzini, saranno ben lontani dal rendersi conto che ciò dipende anche dagli sperperi della pubblicità economi– ca o per i romanzi d'amore, o per i prc• giudizi degli indiani, e così di seguito, non sapendo che ogni fatto sociale ha
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