Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966
i certificati di conversione al catlolicismo. Soltanto due contadini poterono mo– strarlo, e furono fatti uscire immediatamente. Dopo di che, tutti gli altri vennero massacrati nella Chiesa stessa, trasformata in mattatoio (1 ). Si sgozza, si stupra, si impalano i giovanetti; si appendono i corpi nelle macellerie con su un car– tello: came umana. Vengono massacrati cinque vescovi ortodossi: uno di essi Monsignor Platov, di Banjaluka, ferrato ai piedi come un cavallo, viene costretto a marciare cosl in pubblico. Queste atrocità rivo1tarono perfino gli occupanti tedeschi. Nel J943, si stimò che le vittime di Palevic si aggirassero sulle 700.000. E il clero cattolico? Non commetteremo ]a sciocchezza d'incriminarlo in blocco. Ci sono d:l per tutto dei vigliacchi e dei sadici, e in queste categorie possiamo classificare senz'altro i preti delle campagne che si rallegravano di questi metodi; i monaci croati che corsero ad iscriversi nei ranghi degli ustaci devastando interi villaggi; il Francescano che, a Travnik, comandava una banda di assassini, col crocifisso in pugno. Non mancarono certamente preti cattolici che si spaventarono e che s'indi– gnarono. Ma Monsignor Stepinac, arcivescovo di Zagabria, fin dal primo giorno, salutò come nostro benamato figlio il miserabile Pal::vic e lasciò pubblicare, sen• za protestare, un articolo del clottrinmio Ivo Guberina, il quale dichiarava, che • secondo I principi della morale cattolica» lo Stato Croato aveva il diritto « di abbattere con la spada» i nemici della r~Ligione, affinchè la Chi::sa potesse « rea– liZ7.aresenza ostacoli la sua missione soprnnnalurale ». Gli ustaci prestavano giu. ramento davanti all'altare e, qunndo sfilavano per le vie di Zagabria, erano ac– compagnati da un battaglfonc di monache, che marciavano a passo cadenzato con essi. Sono fotografie prese c!all'Uflìcio di Propaganda croata, che ci mostra• no queste stran: cerimonie militari. 11 Vaticano, ben inteso, sapeva tutto. E sapeva tutto anche Papa Pio XII come è provato da documenti irrefotabili. Ora, che cosa fece? Ecco cosa fece: fra il maggio 1941 e il luglio 1943, ricevette quattro volte in udienza privata, non dei testimoni o delle vittime, bensì dei membri della poli– zia e della gioventl.1 degli ustaci (Archivi del Vaticano). All'inviato croato, Simcic, dichiarò che la Croazia doveva giocare il suo ruolo « nella lotta universale contro 11 comunismo». Non fece altro? Sl ! Inviò la sua benedizione particolare a Palevic. Poi, il 2 giugno 1945 - Infine! Infir.e ! - la sua grande voce che non aveva mai parlato della Croazia in pubblico, si elevò - ah! miracolo - per deplorare « le tristi novelle che Noi riceviamo dalla Slovenia e dalla Croazia•· Ma badate bene alla data: queste tristi novelle ~ono quelle della lib1...rnzione del pélC.ieda parte di Tito. Un santo? Per quanto mi riguarda non mi disturba affatto: uno più o uno meno ... Ammiro perfino questo giuoco di equilibrio che compie Paolo VL La Chiesa, questa buona madre, non lascia i suoi santi soli. C'era già un Santo Gio– vanni Bocca d'oro. Avremo presto un Santo Bocca Cucita! (" Le Cwwrd enchliiné" · P.'Lris · !rad. J. M.). MORVAN LEBESQUE (I) Tutti qucs1i particolari sono estratti dall'opera. di Carlo Falconi (Il Silenzio di Pio Xli, Edit. du Rochcr). 120
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