Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

rio produrre altra energia per far fronte alla vita. Da qui nasce per l'uomo il bi– sogno del lavoro. Ogni uomo per vivere deve mangiare e per vivere dunque non può sottrarsi, senza perdere la sua di– gnità. a quel lavoro che gli permetta di vivere. TI lavoro non nobilita l'uomo, cosl come ripete un vecchio proverbio, fab– bricato da quetli che non lavorano, per ingannare i gonzi, ma il lavoro consente ail'uomo di mantenere la sua dignità. Quest:i. dunque a mio avviso la strada su cui ci dobbiamo mettere perc-hè il di– scorso da filosofico-astratto divenga con– creta filosofia palilie-a: e su questa stra– da certamente potrà cogliere pit', succes– so degli altri chi ripone. come fa Dome– nico Cicciò, nel famoso biblico « piatto di lenticchie». rimesso cosl in discussio– ne, la possibilità di riconquistare la « pri· mogenitura,. e, fuor di metafora, la ve• rità sul conto dell'uomo. MICHELE MASSARELLI E. FIDENTE Scuola nuova per l'Italia nuova (Opere Nuove. L. 1000) Ot•eslo libro è stato per me una buona occasione pc,. una kttun .•mpegnata, che \'orrci sug~erire a tutti quelJi che vivono nella scuola, e particolarmente a coloro che non abbhm:> avuto il tempo di se– guire pubblicazioni specialistiche o di consultare i dlle gross! volami pubblicati <bila Commissione rl'inclat.r:ine,a cui del rc!-10 l'autore spesso !-i riporta e da cui prende una larga messe di dati e spunti. Dunque ]'intero lavoro è c!a esaminare r..ttentamente Ad in.-::o:ninciare dalJa pre– fazione di Raffaele TulTio che con il suo prestigio e la sua preparazione pone dav- vero le bt1si di unfl scuola nuova quando afferma che ,. fa scuola non ha carattere vuramente amministrativo, ma presenta problemi tecnici propri. Essa perciò non può vedere risolti i suoi problemi se non co,1 una riforma che svolga le istanze, da più parti avanzate, di un suo autogover• no•· Con un simile discorso il preside Tullio ha aperto una strada di autentico rinnovamento e su una strada cosl spi?– nata Fidente spesso andrà disinvolto. co me quando esige nuove tecniche di re– clutamento e una nuova formazione cul– turale e professionale per gli insegnanti. Spesso ma non sempre: qualche volta mi st:"mbra condizionato dall'ideologia poli– tic:l, " troppo fiducioso in una program– mazione e tanto da quasi non avvertire che, oltre le strutture di una democra7ia formale. quello che realmente conta è la partecipazione effettiva di tutti al po– tere. La classe dirigente manca oggi. pro– grnmmazione o meno, non dico del co– raggio ma della stessa volontà politica di giungere per la scuola a soluzioni di fon– do proprio nell'esigenza di quell'autogo– verno indicato dal preside Tullio. essen– do presa nelle pastoie di un conflitto frn una scuola pubblica e una scuola privatri che, o~gi, si pone come un conflitto fra la scuola l::tica e la scuola confessionale e, domani, si potrebbe porre come un connillo fra la scuola libera e la scuola nutoritari2. Ma della scuola privala, oltre alcuni dati e prospetti, poco si parla nel libro cli Fidente. E il non parlarne è peggio 1 Comunque 1'aulore ha voluto restringere - 1:t sua indagine a due ordini di problemi: quelli de1la programmazione, dei suoi tempi nello specifico settore della scuo– ln, del\'espnnsione scolastica da una par– te; e quelli relativi al personale docente, ;ii ruoli, all:t formazione dell'insegnante 63

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