Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

altri ma non a se stesso, le parole di Papa Pacelli: « o con la Chiesa o contro la Chiesa». E aHcbbe potuto ricordare anche le parole che un altro socialista, Jean Jaurès, di natura congeniale aJla sua e noto a tutta la repubblica socia• lista delle lettere, !)eriveva per celebrare Volt:iirc tdonfalore dell'infame: « La sua te!Tibile ironia è s1ata utile; essa ha sve– glialo e slegato gli spiriti, e, senza di lui, l'elevata critica religiosa di Rcnan, im– par,dale e serena, persino simpatica, sa• rebbe stata impossibile: non si può esse– re giusti verso i grandi errori se non quando essi sono pressochè vinti». Senza seguirlo nel resto, chè, in tal caso, il Man– dolfo avrebbe seguito se stesso: pari so– , o, onesti, troppo onesti, e delicati; quin• di, inadatti all'ambiente italiano, che è diventato per i preti l'indiana Kamadu, la vacca dei desideri. Tanto, per portare una prova: prendia– mo di Jcan Jaurès la ~ Questione Reli– giosa» (Pagù1e scelte sul socialismo, pag. 119, Roma, 1962). Dopo aver esaltato i meriti ernici dell'astronomia che s'impo– ne all'interpretazione che la Chiesa dava usando la Bibbia, dopo aver rilevato che i giorni della creazione sono stati spiega– ti alla Chiesa, e questa volta tramite la geologia, come epoche della natura, Jean Jaurès si propone la missione, si fa in quattro per far capire, sempre alta Chie– sa, che l'evoluzionismo non è poi tanto irreligioso e la ragione ha fatto molto per la civiltà e, quindi, ha insegnato an– che all'Ecclesia purgans triumphans et docens. E conclude con la minima richie– sta, pressappoco: tu Chiesa sci ingratuc– cia, esigiamo soltanto che tu non ci oJ. traggi ancora. Vivo in Italia, Jean Jaurès, di questo passo, avrebbe concorso al cen• tro sinistra, come hanno fatto i _social– democratici e i socialisti; avrebbe forse 60 votato contro il Vicario e assolto Trabuc– chi, come in effetti si è comportata la maggionmza dei socialdemocratici e dei socialisti. Di sera sarebbe andato in qual• che salotto romano a difendere il sole dell'avvenire. Oppure avrebbe sottoscrit• to l'articolo di Missiroli, che vede nel• l'affare Trabucchi <e un gran danno mo- 1·alc al Paese. la sensazione della disgre– gazione dello Stato», che ricorda di un deputato che tenta di vendere a caro prezzo il suo voto in quello sporco affa. re, che ve<le di molti onorevoli le mani sozze nello scandalo dell'INGIC, e alla fine :1bbatte il lettore perchè « nonostan– te i suoi grossi errori, la democrazia cri– stiana è ancora Ja sola resistenza che si può opporre al coqmnismo ». Questo mi porta la mente a una vecchia canzone comica napoletana, il cui ritornello fa badare al fatto che, per le « cinque pez– ze» che l'amico presta, si deve stare zit– ti e non si deve parlare, nemmeno quan– do l'amico fa l'ennesima richiesta: la moglie, L'articolo .di Missiroli è intito– lato: « Siamo ttltti avviliti». « A che mira la Chiesa »? si domanda il Mondolfo con questo titolo. E se Io domanda pure! Gli bastava soltanto ren– dere più estensibile l'interpretazione che altrove egli dava della guerra libica: « ... il nostro nazionalismo mentre vorreb,. be porre ostacoli all'emigrazione trans– oceanica, pensa che l'impresa di Tripoli debba essere non la meta, ma soltanto l'inizio della nostra espansione nel Medi– terraneo, e pensa già a Tunisi italiana». Se la Chiesa non pensa proprio a TWlisi, pensa, pensa: dopo il pasto ha più fame di prima. Questo difetto dc~ Mandolfo viene co– perto dalle molte a1tre battaglie sostenu• te da lui contro il protezionismo, la guer• ra libica, la prima guerra mondiale e il

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