Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966
po insegnante non mancheranno di rice– vere dei consensi, e con ciò di aprire le speranze libertarie, Una cosa da tener presente è che in tut– ti i lavori e nel suo inizio si presentano le inevitabili difficoltà, che in seguito vengono superate .se si associa ad esse la paziente e tenace volont:l di superarle. Non si può ceno pensare di cambiare gli ordinamenti sociali, cancellando il veccruo con il classico colpo di spugna e sostituendo il nuO\'O; l'evoluzione so– ciale purtroppo è piuttosto lenta e gli innovatori devono , 1 inc:ere le resistenze psicologiche, che, ad osservar bene la storia, resistono anche dopo una rivolu– zione ed anzi sono purtroppo un terre– no in cui feconda il tragico pa::isato. E' beninteso che l'opera dell'anarchi• smo non è solo una opera educazionista, anzi la forrn dell'anarchismo sta nella molteplicità degli atteggiamenti di lotta: cducazionista, individualista, collettivista, non violenta, azione diretta 1·ivoluziona• ria, p?cifista ccc..., evitando la cristalJiz. zazione in un aueggiamento unilaterale che porterebbe al scltarismo ed all'ina– zione del movimento stesso, arrivando 'l misconoscere ed addirittura a boicottare gli atteggiamenti diversi (il che non ha niente di ana1·chico e contrasta con il libero pensiero). C. CAMPANA Pubblichiamo volentieri la tettera del comvagno Campana e sarebbe nostro vi• vo desiderio che la tematica della scuola diventasse materia di viva discussione tra i lettori di Volontà. Rivolgiamo par– ticolare invito ai compagni che sono a più diretto contatto con i problemi scolastici percllè i11segnanti o professori e fin d'ora assicuriamo largo spazio agli interventi che ci sarmmo inviati su un argomento di così grande interesse attuale. 56 Una critica a "Volontà,, Unisco un articolo di ter,ta pagina, pub• blicato il 4 ottobre 1965, sul « Resto del Carlino», quotidiano agrario-liberale di Bologna. Si intitola « L'Amico anarchico» e par– b di Camillo Bemeri. Ne parla con animo amico, come con serena comprensione parla di anarchia. Pcrchè non pubblicarlo sulla rivista ~Volontà•? Non so se vi ostino diritti d'autore o di esclusiva, che io non conosco, dato che mai mi sono curato di .simili « por– cherie». Tullavia ritengo che l'articolo possa interessare, come ha interessato me, tutti i lettori di « Volontà». Vi è in esso tanta umanità e tanta com• prcnsione che credo debba piacere ed un po' commuovere, tulli i lettori che come me sentono. Sai·ebbe per fa rivista una iniezione di idee e di cose nuove. Sarebbe un rompere una buona volta con le riesumazioni del passato. Con il richiamo ed il disseppellimento di arti• coli e di opuscoli vecchi e stantii che molti sanno a memoria e di cui gli altri fanno, almeno <'redo, volentieri a meno. Sarebbe, e me lo auguro, l'invilo alla Rivista di vi,•ere uoa buona volta con l'attualità, con l'oggi. Di :tbbandonare i teorici dell'ottocento (siamo dd 1%5), di abbandonare i pro– blemi di sessualità, che da alcuni numeri stanno asfissiandoci e che ritengo più indicati per figlie di Maria e per omo– sessuali. Di vivere insomma Ioggi tanl0 ricc-o di avvenimenti. Abbiamo l'Estremo Oriente, l'atlanti– smo, la fame, l'ineffabile Fanfani ecc.
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